Via Giorgio Almirante, fascista



Firmatario nel 1938 del Manifesto della razza, dal 1938 al 1942 collaborò alla rivista La difesa della razza come segretario di redazione.

Su questa rivista si occupò di far penetrare in Italia le tesi razziste provenienti dalla Germania nazista, che già avevano portato all'approvazione nel 1938 delle leggi razziali fasciste, e che faticavano ad imporsi nella società italiana, dov'erano percepite come un elemento estraneo alla cultura nazionale.

All'accusa che il regime si stesse appiattendo sempre più sulle posizioni naziste, Almirante, nell'ottobre del 1938, rispondeva che: « il razzismo è il più vasto e coraggioso riconoscimento di sé che l'Italia abbia mai tentato. Chi teme ancor oggi che si tratti di un'imitazione straniera non si accorge di ragionare per assurdo: perché è veramente assurdo sospettare che il movimento inteso a dare agli italiani una coscienza di razza […] possa servire ad un asservimento ad una potenza straniera »

Il coordinatore del PDL di Brugherio, Andrea Carafassi, vuole proporre in Consiglio Comunale di intitolare una via a Giorgio Almirante.

La proposta è motivata dal contributo che secondo Carafassi ebbe Almirante nella costruzione della democrazia.

Impediremo sempre alla destra di smantellare i principi che caratterizzano la Costituzione e la Democrazia.

MT - DoppiaM

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