Il catenaccio

Pur consapevole della gravità della situazione, il governo di centrodestra ha deciso di fare melina, di prendere tempo, di fare tattica di palazzo per resistere a tutti i costi.

Ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha incontrato i presidenti della Camera, Gianfranco fini, e del Senato, Renato Schifani, per evitare ingorghi istituzionali e mettere al sicuro la legge finanziaria per evitare di far correre rischia all’Italia.

Tutte le opposizioni si erano rese disponibili a mantenere un atteggiamento di forte responsabilità, pur in presenza di una legge fatta male, che ancora una volta presenta i vizi di incapacità del governo, pur di arrivare prima possibile alla discussione sulla crisi di governo e aprire una nuova fase, rilanciare il paese.

Gli obiettivi di Berlusconi sono chiari.
Opzione principale: fare calciomercato alla Camera, per verificare se ci sono le condizioni per pareggiare, cercando nello stesso tempo di arginare la frana verso i finiani al Senato. Non importa se il paese resta fermo un altro mese e se poi un governo in queste condizioni non sarà in grado di fare nulla.
Opzione due: in caso di sconfitta ad una sola Camera andare subito al voto con l’attuale legge elettorale che gli consentirebbe ancora una volta di nominare (e quindi di tenere personalmente in pugno) tutti i parlamentari, e con il ministro Roberto Maroni, della Lega, saldamente insediato al ministero dell’Interno.
In tutte e due i casi, c’è anche un terzo obiettivo che viene perseguito dal presidente del Consiglio: perdere il tempo necessario a rendere più difficile la possibilità che si vada ad un governo di transizione, che lo estrometta.

La manifestazione nazionale indetta dal PD a piazza San Giovanni per l'11 dicembre diventa in questo contesto un passaggio decisivo.
Per sostenere il programma del PD. Per l’Italia. E per dare un segnale inequivocabile: Berlusconi deve andare a casa.

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