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Mi ci romperò la testa

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Train in vain   è l’ultima traccia di   London Calling ; è stata inserita all’ultimo, quando la copertina era già stata predisposta e stampata, così si presenta a tutti gli effetti come una   ghost track . Nelle successive edizioni dell’album è stata recuperata e così compare al suo posto, al numero 19. E’ una delle canzoni più belle dei Clash, parla di attese deluse e della fatica di andare avanti. “Prepararsi per nulla”. Stamattina il giorno dopo il 4 dicembre è arrivato, c’è molta più nebbia del solito, tanta anche per un dicembre che inizia dopo il novembre più nebbioso di sempre. Le bozze in redazione mi aspettano, i messaggi e le telefonate anche. Abbiamo perso, nettamente.  Avevamo visto in questi mesi come andavano mettendosi le cose; prima pensavamo fosse alla nostra portata, poi avevamo capito che era difficile, quindi ci rendevamo conto che sarebbe stata durissima, alla fine non c’è stato molto da fare. Si conferma una tenuta nelle regioni rosse, un buon risultato n

Ancora sul referendum

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Il giornale onlione Il Post  ci racconta cosa si dice sui giornali stranieri. L’interpretazione più diffusa è quella che su cui stanno insistendo anche diversi editoriali in Italia e che cioè si sia trattato di una vittoria di Beppe Grillo, di Matteo Salvini e in generale dei “populisti” e che Renzi abbia “personalizzato” troppo il voto. Il Wall Street Journal scrive ad esempio che «gli italiani hanno respinto i cambiamenti costituzionali sostenuti dal governo, spingendo il primo ministro Matteo Renzi ad annunciare le sue dimissioni e consegnando ai populisti la vittoria nel cuore d’Europa». Anche il New York Times cita «l’onda populista», la «rabbia anti-establishment» e riporta un tweet di Matteo Salvini in cui il segretario della Lega Nord dice “Viva Trump, viva Putin, viva la Le Pen”. Scrive poi che l’opposizione alle proposte del governo «centrista» di Renzi è venuta da quelle forze politiche che sono «scettiche con la globalizzazione e con l’apertura delle frontiere». Il N

E adesso?

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Il Post prova a mettere in file le cose dopo la vittoria del NO al referendum Dopo la vittoria del No al referendum costituzionale, Matteo Renzi ha detto che lunedì riunirà il Consiglio dei ministri per l’ultima volta e poi andrà al Quirinale per dimettersi da capo del governo. La fine del governo Renzi, nato circa 1.000 giorni fa, apre una fase di grande incertezza per l’Italia sia dal punto di vista politico che dal punto di vista economico: cercare di prevedere cosa accadrà è impossibile, ma qualcosa sappiamo. Come da prassi, il presidente della Repubblica accetterà le dimissioni del governo Renzi e gli chiederà di restare in carica dimissionario per occuparsi dei cosiddetti “affari correnti” fino all’insediamento del nuovo governo. Poi il presidente inizierà le consultazioni per capire se in Parlamento esista una maggioranza di deputati e senatori interessata a sostenere un nuovo governo, ed eventualmente chi possa guidarlo: Sergio Mattarella vedrà i leader di partito e i cap

#bastaunsi

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Ci vediamo questa sera in compagnia di  Laura Barzaghi ,  Roberto Rampi ,  Roberto Scanagatti ,  Pietro Virtuani  e Gigi Ponti. 

Referendum, ecco quale sarà il futuro del governo Renzi

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Mancano ormai pochi giorni al  referendum costituzionale di domenica 4 dicembre ; data in cui gli italiani saranno chiamati ad esprimere la propria intenzione di voto circa il testo di legge riguardante le “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”. In base all'esito di questa consultazione, cambierà la faccia della politica italiana infatti, la vita del Governo #Renzi è appesa a questo filo. Ad annunciarlo fu lo stesso premier all'inizio della campagna elettorale che però, nel corso di questi mesi, ha cercato di spersonalizzarlo poiché molti elettori hanno fatto sapere che sarebbero andati a votare "No" solo per " mandare a casa Renzi ". Su quello che succederà abbiamo consultato  Francesco Cro , romano, di professione spin doctor, e molto

La settimana decisiva per il futuro dell'Italia.

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Tra qualche giorno sapremo se - finalmente - potremo iniziare il futuro con semplicità e forza. In questa settimana vi scriverò più spesso, mi perdonerete. Ma abbiamo bisogno di voi per vincere la sfida del referendum. La partita è apertissima, gli indecisi sono ancora tanti e dunque tutto si giocherà con la mobilitazione personale. L'Economist si è schierato per il NO e propone all'Italia l'ennesimo governo tecnico e tecnocratico. Beppe Grillo ha chiesto ai suoi elettori di "non votare col cervello, ma con la pancia". Sa perfettamente che se votano con il cervello votano sì anche loro perché votare contro alla semplificazione del sistema e alla riduzione degli sprechi è molto difficile per tutti, specie per i gli elettori del Movimento 5 Stelle. Io vi chiedo di votare con il cervello. E anche con il cuore. Questa è la più grande possibilità che abbiamo di pensare ai nostri figli. E se rifiutiamo questo treno oggi, dovremo aspettare decenni. Per questo utilizzerò

Una guida semplice al referendum del 4 dicembre. Ecco su cosa si vota

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L’appuntamento si avvicina ma non tutti hanno le idee chiare, cerchiamo di toglierci qualche dubbio (senza fare propaganda) Il 4 dicembre prossimo si voterà per il referendum costituzionale. L’appuntamento si avvicina ma non tutti hanno le idee chiare, cerchiamo di toglierci qualche dubbio (senza fare propaganda). Si voterà domenica 4 dicembre dalle ore 7 alle 23 in tutta Italia. Per il referendum costituzionale non è previsto il raggiungimento del quorum, la votazione sarà valida a prescindere da quanti andranno a votare. Che cosa troverete sulla scheda elettorale? Il quesito recita: “A pprovate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della costituzione ?”. Vediamo punto per punto che cosa significa e cosa comporterà. Ch

I Sindaci d’Italia a favore del Sì

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Sì al referendum per una Repubblica più giusta, più semplice, più moderna  Centinaia di sindaci scenderanno oggi in piazza per parlare con i loro concittadini e spiegare le ragioni del Sì al referendum del 4 dicembre. Per qualche ora, i primi cittadini smetteranno la loro fascia tricolore e saranno impegnati come ‘militanti del Sì’, senza perdere quelle caratteristiche di comprensione e disponibilità, che li rendono i rappresentanti istituzionali più vicini agli elettori. L’iniziativa “ Basta un Sìndaco in piazza ” rappresenta il culmine della campagna partita dall’appello promosso da  Graziano Delrio ,  Angelo Rughetti  e  Roberto Cociancich  e che ha visto l’adesione di 1.100 sindaci di tutta Italia: uno schieramento trasversale che conta eletti di centrosinistra, ma anche di partiti e liste civiche di centrodestra. Dal volantinaggio nei mercati ai banchetti in piazza, dagli aperitivi ai più classici comizi o al porta a porta, le iniziative di domani saranno di natura dive

Perché votare sì - di Pietro Virtuani

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Ho deciso di scrivere questo testo per tre motivi: perché questa campagna referendaria è stata la cosa più importante e intensa che ho fatto in questi tre anni da Segretario provinciale del Partito democratico di Monza e Brianza; perché ho imparato tantissime cose, che vorrei riepilogare e raccogliere in un testo organico; e perché alcuni miei cari amici sono incerti o orientati a votare no, per cui ho voluto esprimere in forma scritta le mie ragioni, per raccontarle anche a loro. Il testo non è venuto molto breve, per cui l’ho diviso in paragrafi, che qui riepilogo per facilitare la lettura. 1. Il contesto in cui siamo e l’atteggiamento in cui porsi (dove si riepiloga velocemente cosa succede intorno e ci si pone in guardia dai profeti di sventura) 2. La Storia della nostra Costituzione (le tante cose che abbiamo imparato o ripassato, in sintesi) 3. Il cuore della riforma (quello che c’è di importante da sapere) 4. Nel merito, pesi e contrappesi (una esposizione che vuole