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Veltroni cerca di riannodare il filo con la sinistra: “Serve l’umiltà dell’unità”

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Ancora è presto per capire se qualcosa si muoverà a sinistra. Ma intanto il primo a prendere una iniziativa è  Walter Veltroni , convinto che occorra ricomporre le recenti fratture per allargare il campo del centrosinistra. “Se il Pd recuperasse il rapporto con Campo progressista di  Pisapia e Mdp , si avvicinerebbe alla quota di maggioranza e supererebbe la quota del 26%”. ha detto Veltroni a ‘Circo Massimo’ su Radio Capital. “Oggi siamo vicini alla possibilità di battere il centrodestra ma richiede l’umiltà dell’unità”. E poi:”Io non rimpiango molto quelle coalizioni da Mastella alla sinistra. La vocazione maggioritaria non è essere così debole da allearsi con chi si sa che poi passerà dall’altra parte”.  Il fondatore del Pd, reduce dal  successo di sabato al teatro Eliseo , ha dato l’idea di non voler insistere sulle polemiche: “Basta parlare di chi se n’è andato, adesso c’è qualcosa di più importante a cui badare: costruire uno schieramento di centrosinistra per andare

Oggi parte il treno dell’ascolto

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Ecco le tappe della prima settimana Si parte: Destinazione Italia. Oggi Alle 9.55 esatte parte dalla stazione Tiburtina di Roma il treno del Pd, la grande iniziativa che vedrà Matteo Renzi, dirigenti, parlamentari, sindaci dem attraversare il Paese per un fitto dialogo con l’Italia profonda, il famoso Paese reale, quello che non cattura l’attenzione di giornali e tv ma che costituisce la vera ricchezza dell’Italia. Si inizia dal centro Italia, l’Alto Lazio e l’Umbria, e poi si andrà verso il Mezzogiorno, e quindi la “risalita” verso il Nord. Il convoglio dem è composto da 5 carrozze ed è attrezzato per incontri e per la stampa. Ogni tappa sarà abbastanza breve, 90 minuti: il tempo per ascoltare l’Italia vera. Eccola l’idea del treno: il partito in viaggio, nelle esperienze dell’Italia che lavora, che studia e che dedica con generosità una parte del proprio tempo libero agli altri, quella che si proietta verso il domani con passione, coraggio e curiosità. Per otto settimane

È ancora possibile approvare lo ius soli?

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di Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale Una manifestazione per chiedere l’approvazione della legge di riforma della cittadinanza a piazza Montecitorio, Roma, 12 settembre 2017. (Andrea Ronchini, Pacific Press/Zu ma/Ans Negli ultimi giorni si è aperto uno spiraglio che potrebbe portare all’approvazione della legge di riforma della cittadinanza impropriamente chiamata ius soli (in realtà si tratta di uno ius soli temperato). Sembrava che il governo ci avesse definitivamente rinunciato, ma tutto è stato rimesso in gioco dall’adesione del ministro delle infrastrutture Graziano Delrio a uno sciopero della fame per chiedere di approvare la riforma al più presto. L’iniziativa è stata promossa da un gruppo di insegnanti e studenti e rilanciata dal senatore Luigi Manconi e dai Radicali italiani. Delrio propone di portare il disegno di legge 2092 in aula e di votarlo, ma nel governo ci sono posizioni diverse. Il ministro degli esteri Angelino Alfano (Alternativa popolare)

Tutte le sfide della nostra “Agrogeneration”. A Bergamo il G7 dell’agricoltura

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A due anni dall’Esposizione universale di Milano, rilanciamo così il nostro contributo all’agenda globale . Dopo Expo Milano 2015,   l’Italia ospita questa settimana a Bergamo un altro grande momento di confronto internazionale sul tema agroalimentare: il G7 dell’Agricoltura . Un’occasione durante la quale avremo la possibilità di discutere con Giappone, Francia, Germania, Canada, Regno Unito e Stati Uniti d’America delle azioni e delle responsabilità da esercitare in campo agricolo e alimentare per produrre meglio sprecando meno e per garantire livelli di sostenibilità sempre maggiori al futuro dell’agricoltura globale. Abbiamo davanti delle sfide decisive da comprendere e da condurre . Come sostenere la svolta ecologica delle nostre agricolture? Come tutelare meglio i piccoli e medi produttori di fronte ai rischi determinati dalle calamità, dal cambiamento climatico e dalla volatilità dei prezzi? Come sviluppare un’efficace cooperazione agricola anche in relazione al pass

Boom produzione industriale, la ripresa è finalmente solida

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La ripresa solida è soprattutto merito delle imprese ma trae indubbio vantaggio anche dalle scelte di politica industriale. L’elemento che più colpisce nei dati sulla produzione industriale italiana diffusi oggi dall’Istat non è tanto la pur ottima crescita congiunturale e tendenziale registrata nel mese di agosto (+1,2% su luglio 2017 e +5,7% su agosto 2016), quanto la progressiva accelerazione dell’attività produttiva nel corso dei primi otto mesi di quest’anno. In particolare, secondo i dati destagionalizzati e corretti per il calendario, durante gli ultimi tre mesi (giugno-agosto) la produzione industriale italiana è aumentata del 2,2% rispetto al trimestre precedente (marzo-maggio). Per un confronto, secondo prime stime l’analoga crescita della produzione industriale tedesca dovrebbe essere stata intorno all’1%. In questo momento la nostra produzione sta dunque procedendo ad una velocita circa doppia di quella della Germania. Quali le ragioni di questo exploit? C’è chi cont

C’è del buono nel PD, dice Michele Salvati

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Walter Veltroni, primo segretario del PD, con Paolo Gentiloni, oggi presidente del Consiglio e nel 2007 ministro delle Comunicazioni. (ANSA/DANILO SCHIAVELLA/i50 ) Il professor Michele Salvati, politologo, economista ed ex deputato (eletto con l’Ulivo alla fine degli anni Novanta) è stato intervistato sul Foglio per un bilancio dei primi dieci anni del Partito Democratico, progetto di cui Salvati fu il più riconosciuto ispiratore e teorizzatore. Dice Michele Salvati, ideologo del Pd, quel Pd nato dieci anni fa (era il quattordici ottobre del 2007), quel Pd di cui era stato il primo teorizzatore proprio sul Foglio (era il dieci aprile del 2003), insomma dice Salvati, economista e politologo, che il Pd ha di fronte a sé alcune sfide, alcuni problemi da risolvere e alcuni punti fermi. Il Pd in questi dieci anni è cambiato, così com’è cambiato il contesto.  Dunque è lecito porsi qualche domanda. Quanto si avvicina il Pd di oggi al disegno che aveva in testa Salvati quando te

Il nuovo Pd è nato. E ora è davanti a un bivio storico

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Il Pd costruisca se stesso e la propria identità di partito riformatore 1. Parlare del Partito democratico proiettando la sua immagine nei prossimi dieci anni implica inserirlo nel difficile tema del destino politico dell’Italia in Europa. Un partito non è solo “programma”, anzi è soprattutto un’entità storico-politica che deve fare i conti con il corso dei tempi e con una capacità di previsione. È tanto più necessario assumere il tema nella dimensione accennata, quanto più convinto che se si continua a ragionare nei confini dei recinti nazionali, si perde il punto di prospettiva da cui pensare se stessi e il mondo, e se stessi nel mondo. E peraltro la lotta in Italia è contro i populismi, qui più forti che altrove. 2. Ho sempre pensato che la nascita del vecchio Pd somigliasse a quella di un parto mal riuscito. Mi pareva che si fossero messi insieme i resti di due culture esaurite, una, quella derivata dal Pci, sconfitta dalla grande storia, l’altra, quella democristiana, esaurita

La buona politica? Si impara alla scuola di partito

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Quella di sabato 30 settembre, alla Scuola di partito Pier Paolo Pasolini, è stata una giornata ricca di emozioni. Non solo perché, ancora una volta, abbiamo avuto la possibilità di incontrarci e fare rete, di discutere senza che le contingenze politiche inasprissero i toni, ma anche perché i relatori invitati a parlare non hanno disdegnato di far trasparire la loro emotività, mettendoci a parte delle loro speranze deluse e delle loro aspettative per il futuro. Per tutti un solo, grande interrogativo: quali obiettivi deve porsi la cosiddetta “buona politica”? La buona politica è pensare a ciò che è importante e valorizzarlo con fondi e risorse adeguate.  Fare buona politica significa fare cittadinanza e agire non solo nell’ambito più strettamente politico, ma anche in campi solo apparentemente distanti, come quello educativo e quello creativo (si pensi, ad esempio, alla narrazione, e si capirà quanta forza possano esercitare le arti sull’immaginario sia individuale che collettiv

Una proposta sui comitati X Gori. Per innovare la partecipazione e costruire Il Cambiamento

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Nei prossimi mesi il nostro Partito dovrà affrontare alcune sfide fondamentali: le comunali di Brugherio , per proseguire questi anni di buona amministrazione; le elezioni nazionali , dove il Partito Democratico sarà chiamato a svolgere una preziosa funzione di tenuta di un sistema democratico scosso dalle spinte populiste e sovraniste; le elezioni regionali , in cui ci proponiamo di interrompere questa lunghissima sequenza di giunte Lega-Forza Italia, per inaugurare una stagione di cambiamento per un territorio che potrebbe avere molto di più se finalmente ci fosse una Regione che pone al centro lo sviluppo sostenibile, la qualità della vita, la persona come portatrice di bisogni. Per vincere occorre insistere sul lavoro politico di questi anni, costruendo un programma frutto di un lavoro dal basso : che sappia inquadrare i macrotemi che riguardano tutta la Lombardia, e sappia anche includere anche quelle questioni specifiche che vive ciascun territorio e che possono trovare

Parlare ai giovani e ai ceti popolari per scongiurare il rischio ‘popolocrazia’

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Parla Marc Lazar sociologo e storico della politica, docente a Sciences Po di Parigi e alla Luiss-Guido Carli di Roma Di scosse di preavviso ce ne sono state molte, ma il vero terremoto, quello che ha svegliato anche i pochi che in Europa ancora dormivano, sono stati la brexit prima e la vittoria di Trump negli Stati Uniti poi. Quali scenari e quali sfide attendono adesso, nell’era del post cataclisma, il vecchio Continente? Ne ha parlato con Democratica   Marc Lazar , francese, sociologo e storico della politica, docente a Sciences Po di Parigi e alla Luiss-Guido Carli di Roma. Professor Lazar, al recente convegno annuale della Società italiana di Scienze politiche lei ha suggerito di guardare ai mutamenti in atto in Italia e in Francia come possibile proiezione del futuro della democrazia in Europa, ci può spiegare meglio? Ho proposto i due casi di Italia e Francia per riflettere sui mutamenti in atto nelle democrazie contemporanee. Italia e Francia sono per molte ragion

#10anniPd / Un partito necessario ma ancora incompiuto. Le grandi sfide davanti al Pd

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Molte sfide, molti difficili appuntamenti, in Italia e in Europa, sono di fronte al Pd. A distanza di dieci anni dalla sua nascita,   il Pd appare contemporaneamente un partito necessario e un partito incompiuto . Necessario perché porta avanti, sia pure con lentezze, esitazioni e contraddizioni, una elaborazione delle tradizionali posizioni della sinistra, richiesta da un mondo che è cambiato e continua a cambiare; ma anche perché, in un quadro politico ormai da anni in smottamento, è l’unico partito che conserva una qualche parvenza di stabilità, l’unico dotato di statuto, procedure, regole democratiche. Tuttavia incompiuto, perché l’operazione iniziata dieci anni fa, a suo modo audace, se si pensa alla immobilità del sistema dei partiti precedente, rotta soltanto dalla crisi politico-giudiziaria del 1992-93, è stata fin dall’inizio monca.  Il Pd era l’evoluzione fisiologica e la proiezione partitica dell’esperienza dell’Ulivo , fondato nel 1995 e consolidatosi nelle elez

La casa in cui si combatte la violenza sulle donne

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L’ingresso del centro antiviolenza Lucha y siesta, giugno 2017. (Sara Cervelli) Jasmine ha ventidue anni e due vite. Ha dipinto le pareti della sua stanza di verde e di rosso per ricordarlo: in basso ha disegnato con il pennello una striscia rosso scuro come il suo vestito da sposa. In alto ha dipinto una striscia verde come il giardino della casa dove abita nella sua nuova vita, quella che è cominciata quando è scappata dall’appartamento dove era stata rinchiusa dal marito in una città dell’Italia del nord. Jasmine non è il suo vero nome, ma per ragioni di sicurezza non può rivelare la sua identità. Fa fatica a ricordare i particolari del primo e del secondo tempo della sua storia, ma non dimentica le date: si è sposata due giorni prima del suo diciottesimo compleanno nel 2013. Tre anni dopo – nel 2016 – è entrata per la prima volta a Lucha y siesta , nella periferia est di Roma, un centro antiviolenza e una casa delle donne fuori dai canoni, “un progetto di semiautonomia”, come l

Perché gli insegnanti devono sostenere la battaglia per lo ius soli

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Franco Lorenzoni , insegnante Credo sarebbe utile che almeno noi insegnanti facessimo più attenzione all’uso delle parole. Da dieci anni siamo invitati, da una Raccomandazione del parlamento europeo fatta propria dal ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), a lavorare nelle scuole alla costruzione di otto competenze chiave di cittadinanza. Le Indicazioni nazionali per il curricolo , che sono legge dello stato dal novembre 2012, titolano un paragrafo “per una nuova cittadinanza”. La parola cittadinanza nomina, secondo il dizionario, il “vincolo di appartenenza di un individuo a uno stato, che comporta un insieme di diritti e doveri”. Ma quando entriamo in classe, molti di noi si trovano davanti bambini e ragazzi figli di immigrati che, pur frequentando le scuole con i compagni italiani, non sono cittadini come loro. Se nati qui, dovranno attendere fino a diciott’anni senza nemmeno avere la certezza di diventarlo, se arrivati qui da piccoli (e sono poco

Partirà il 17 ottobre dai luoghi del terremoto il treno del PD

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di Beatrice Rutiloni – Democratica Si parte: Destinazione Italia. Il 17 ottobre alle 10 del mattino il treno del Pd lascerà la stazione di Roma per iniziare il suo giro del Paese e per portare l’intera comunità dei democratici ad ascoltare e incontrare le persone. Una linea rossa che collega idealmente la stagione delle feste, un migliaio in tutta Italia con il decimo compleanno del Pd, il 14 ottobre, e la Conferenza Programmatica di Napoli, dal 27 al 29 ottobre, chiamando a raccolta le esperienze, i volti, le idee, le storie di vita che andranno a comporre le pagine di un diario di viaggio, quelle di un popolo che non si chiude in casa dietro allo schermo di uno smartphone ma che esce e si mescola, alza lo sguardo e lo incrocia, dialoga. In questo senso il treno non è solo un mezzo di trasporto ma un luogo di incontro, è esso stesso una destinazione, una agorà itinerante dove si potrà salire per parlare e confrontarsi con il Pd. Con tutto il partito: in una lettera indirizzata ai di