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Visualizzazione dei post con l'etichetta riforma del lavoro

Verso dove si muove il mercato del lavoro. Il modello tedesco.

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Il modello tedesco sul lavor o, indicato da Matteo Renzi come quello da imitare, da molti punti di vista è una storia di successo indiscutibile. Con un mix di alta flessibilità, efficienti servizi all’impiego e regole che obbligano chi vuole il sussidio ad accettare ogni lavoro, dal 2004 al 2013 il tasso di disoccupazione della Germania è diminuito dal 10,5% al 5,3%. E soprattutto l’occupazione complessiva è aumentata per otto anni consecutivi, a quota 42 milioni di unità. L’altra faccia della medaglia del Jobwunder (miracolo occupazionale) tedesco generato dalle riforme del 2003‐2005 del cancelliere socialdemocratico Schroeder, però, è la forte segmentazione del mercato del lavoro, con ben 5 milioni di persone che devono vivere svolgendo uno o più «mini o midi job», lavori instabili che per legge sono pagati al massimo 450 euro al mese, su cui le aziende in pratica non pagano tasse e contributi. Dall’altro, c’è la quasi trasformazione del welfare (una prestazione concessa p

La riforma del lavoro. Cosa cambia.

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Tra le molte riforme in gioco negli ultimi mesi, dall'avvento del governo Renzi, la più attesa è quella che riguarda il mondo del lavoro, e che ha suscitato le prime divisioni tra le forze che appoggiano il governo. Il 24 aprile questo è stato convertito in legge dalla camera e passa all'esame del senato, dopo che su di essa era stata posta la fiducia nel giorno precedente. Il decreto lavoro tende spesso ad essere confuso con il Jobs Act, il più ampio piano di riforme sul lavoro presentato l'8 gennaio dal premier. Con l'aiuto del sito della rivista Internazionale elenchiamo qui le principali riforme previste dal nuovo decreto: Viene alzata da un anno a tre anni la durata dei contratti a tempo determinato senza causale , cioè quelli per cui non è obbligatorio specificare il motivo dell’assunzione. La forza lavoro assunta con questo tipo di contratto non potrà essere più del 20 per cento del totale degli assunti (nel testo originale era il limite era fissat

Per uscire dalla recessione

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In queste settimane si parla di contratti, a termine, a tempo determinato  a quello indeterminato, ultimo si discute del nostro costo del lavoro; ma per uscire dalla crisi in cui ci troviamo bisogna soprattutto creare nuovo lavoro. Intanto è necessario tornare a un aumento della produttività, se vogliamo reggere la competizione internazionale. Ma senza crescita, più produttività vuol dire meno occupazione. Senza crescita, al momento, serve più redistribuzione: riduzione degli orari, dei consumi, ma tutti devono rinunciare a qualcosa, soprattutto per quelli che hanno di più. Per avere questa redistribuzione ci vuole però un forte tasso di solidarietà , come è successo, per esempio, in Giappone dove hanno resistito per oltre un decennio con l’economia ferma. Ci sono molti spazi di crescita: per esempio nel welfare, privato o pubblico o misto. Servono servizi di qualità ai bambini o agli anziani, in un paese che invecchia come il nostro, le famiglie sono spesso sole quan

Una giornata politica importante

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Giornata politicamente molto importante, quella di ieri. SI ALL'ARRESTO DI LUSI L'aula del Senato ha autorizzato, con voto palese, l'autorizzazione all'arresto avanzata dalla Procura di Roma per Luigi Lusi. Che in serata si è costituito nel carcere di Rebibbia, dove ha atteso la notifica dell'ordinanza di arresto per associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. L'ex tesoriere della Margherita è accusato dalla Procura di Roma di aver sottratto oltre 23 milioni di euro di rimborsi elettorali alle casse del partito. Il Pd, compatto, ha votato a favore dell'arresto, mentre il PdL, dopo aver proposto il voto segreto, ha poi preferito lasciare l'aula. L'esito del voto dimostra così che nelle precedenti votazioni il voto segreto è stato usato dal centrodestra per salvare altri parlamentari. Il Pd ha dunque scelto di dire si all'arresto di Lusi, contrariamente alle illazioni di qualcuno, già pronto a speculare sulla sal

Destinazione Italia. Incontri con il Paese che vuole ripartire

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“Sarà un viaggio in Italia per incontrare le persone e parlare dei problemi, delle opportunità e della voglia di riprendere il cammino per il bene del Paese” Così il segretario del PD Pier Luigi Bersani ha introdotto la conferenza stampa di presentazione di “Destinazione Italia, incontri con il Paese che vuole ripartire” . “Il tema sociale continua ad essere molto acuto – ha dichiarato Bersani – perché dalla crisi non ne siamo usciti e di questo ci deve essere piena consapevolezza. C'è una recessione in atto e occorre dare soluzioni alle preoccupazioni della gente sia per quanto riguarda il lavoro che non c'è o è precario, sia per i redditi che si stanno assottigliando sempre di più. Dare risposte alla crisi industriale e alle diffocoltà delle Piccole e medie imprese che vivono sul filo del rasoio per la mancanza di pagamenti e di credito. L'Aquila non va dimenticata e lo stesso vale per le zone alluvionate e per le situazioni più precarie. Il PD ci "mette