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Visualizzazione dei post con l'etichetta nobel per la pace

67 minuti di volontariato per Madiba

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Oggi, 18 luglio, Nelson Mandela compie 95 anni. Saranno numerose le iniziative in Sudafrica e nel resto del mondo per celebrare quello che dal 2010 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite il «Mandela Day»: una giornata in onore dell’anziano leader che lottò contro l’apartheid e rimase in prigione per 27 anni, che nel 1993 vinse il premio Nobel per la pace e che nel 1994 fu eletto presidente del Sudafrica. Ricoverato  dall’8 giugno per una grave infezione ai polmoni, le sue condizioni di salute si sono fatte più stabili negli scorsi giorni, tanto da farsi probabili le notizie di una sua dimissione dall'ospedale di Pretoria.  Il  Nelson Mandela Center of Memory ha invitato le persone di tutto il mondo ad onorare l'ex presidente sudafricano con 67 minuti di  volontariato, 67 come gli anni dedicati da Mandela al suo Paese come attivista politico, detenuto e come primo presidente nero, eletto democraticamente. Si festeggerà Mandela anche con una riunione speciale dell'Ass

"Ponte Avente Comuni Estremità"

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Lo scorso 12 ottobre il comitato del Nobel presieduto da Thorbjorn Jagland ha stupito il mondo annunciando l’assegnazione del premio istituito dallo svedese Alfred Nobel nel 1895 all'intera Unione Europea. «L’Unione e i suoi predecessori – ha detto Jagland – per oltre sei decadi hanno contribuito all’avanzamento della pace, della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa». Ieri il diploma e la medaglia simbolo del riconoscimento sono stati consegnati nelle mani del presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy,del presidente della commissione Europea, Jose Manuel Barroso e del presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz . Vogliamo però raccontarvi la consegna del Nobel con la storia di Elena Garbujo Ha 16 anni, frequenta il Liceo scientifico a Milano e abita a Novate Milanese. è una studentessa come tante, ma con una dote, la sintesi. Con un tweet, semplice ed efficace, ha vinto il concorso indetto dalla Commissione europea ed è stata ad 

Europa, 60 anni di pace

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"Il Comitato ha deciso di assegnare il premio Nobel per la pace 2012 all'Unione Europea. L'Unione e i suoi membri per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa" Inizia così la motivazione con la quale ieri l'Unione Europea è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Motivando il premio, il comitato ha ricostruito le vicende storiche dal dopoguerra a oggi, con particolare attenzione alla crisi : "l'Unione Europea è attualmente in una fase di gravi difficoltà economiche e forti tensioni sociali". Ma, prosegue la nota, il comitato intende concentrarsi "su ciò che vede come risultato più importante dell'Ue: la lotta per la pace e la riconciliazione e per la democrazia e i diritti umani. Il ruolo di stabilizzazione svolto dall'Ue ha contribuito a trasformare la maggior parte d'Europa da un continente di guerra a un continente di pace".

Aung San Suu Kyi ritira (finalmente) il Nobel per la Pace

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(AP Photo/Markus Schreiber) - da www.ilpost.it Era sorridente e felice, ieri ad Oslo, Aung San Suu Kyi. L'attivista e leader dell'opposizione birmana ha finalmente potuto pronunciare il discorso che aveva pronto dal 1991, quando le fu assegnato il Premio Nobel per la Pace. All'epoca decise di non ritirarlo, per paura che poi le venisse negato il rientro in Birmania dalla giunta militare al potere nel paese. La sua visita a Oslo è la prima in Europa dal 1988 ; il suo tour europeo continuerà in Irlanda, Regno Unito e Francia. Il discorso di Aung San Suu Kyi, che è stato annunciato da un emozionato presidente della Commissione del Nobel Thorbjorn Jagland, è stato molto interessante e a tratti commovente. Aung San Suu Kyi ha detto che il Nobel nel 1991 l'ha fatta sentire di nuovo un essere umano, ma ha avvertito che la causa birmana per la democrazia non deve essere dimenticata. E che la vittoria del Nobel le ha aperto una porta nel cuore e le ha dato ancor

Il Nobel a tre donne

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E' in corso in questo momento, dal municipio di Oslo, la consegna del premio Nobel per la Pace 2011 a Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee e Tawakul Karman. Quest’anno l’importante riconoscimento è stato assegnato a tre donne per il loro impegno nella difesa dei diritti delle donne. Il Comitato norvegese per il Nobel della Pace ha motivato la scelta ricordando che «non possiamo raggiungere la democrazia e una forma di pace duratura nel mondo se le donne non possono ottenere le stesse opportunità degli uomini nell’influenzare lo sviluppo della società a tutti i suoi livelli» . Qui la diretta, dal sito de Il Post.

Africa: il futuro è donna

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Ellen Johnson Sirleaf, Presidente della Liberia, Premio Nobel per la Pace 2011 «Donne, siete pronte per la storia?» Così Ellen Johnson Sirleaf aveva arringato la folla, appena eletta a capo della Liberia nel 2005. «Il futuro è nostro perché ce ne siamo fatte carico» è uno dei suoi motti. E con queste parole si prepara ad affrontare il ballottaggio per ottenere un secondo mandato alla Presidenza della Liberia. Intervistata oggi dal Corriere della Sera , dice che «Le donne cambieranno radicalmente il volto dell'Africa nel prossimo decennio». E ancora: «Le donne africane e dei Paesi in via di sviluppo hanno un fardello maggiore sulle spalle: scarsa istruzione, forti disuguaglianze, violenze sessuali. Tuttavia queste donne, anche in circostanze dure, tengono ferme le loro posizioni, combattono e mobilitano persone. Le donne in Africa oggi stanno decisamente meglio. Persino nelle campagne le donne iniziano a partecipare alle decisioni che riguardano la loro vita. Le figlie di