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Ancora sul referendum

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Il giornale onlione Il Post  ci racconta cosa si dice sui giornali stranieri. L’interpretazione più diffusa è quella che su cui stanno insistendo anche diversi editoriali in Italia e che cioè si sia trattato di una vittoria di Beppe Grillo, di Matteo Salvini e in generale dei “populisti” e che Renzi abbia “personalizzato” troppo il voto. Il Wall Street Journal scrive ad esempio che «gli italiani hanno respinto i cambiamenti costituzionali sostenuti dal governo, spingendo il primo ministro Matteo Renzi ad annunciare le sue dimissioni e consegnando ai populisti la vittoria nel cuore d’Europa». Anche il New York Times cita «l’onda populista», la «rabbia anti-establishment» e riporta un tweet di Matteo Salvini in cui il segretario della Lega Nord dice “Viva Trump, viva Putin, viva la Le Pen”. Scrive poi che l’opposizione alle proposte del governo «centrista» di Renzi è venuta da quelle forze politiche che sono «scettiche con la globalizzazione e con l’apertura delle frontiere». Il N

La settimana decisiva per il futuro dell'Italia.

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Tra qualche giorno sapremo se - finalmente - potremo iniziare il futuro con semplicità e forza. In questa settimana vi scriverò più spesso, mi perdonerete. Ma abbiamo bisogno di voi per vincere la sfida del referendum. La partita è apertissima, gli indecisi sono ancora tanti e dunque tutto si giocherà con la mobilitazione personale. L'Economist si è schierato per il NO e propone all'Italia l'ennesimo governo tecnico e tecnocratico. Beppe Grillo ha chiesto ai suoi elettori di "non votare col cervello, ma con la pancia". Sa perfettamente che se votano con il cervello votano sì anche loro perché votare contro alla semplificazione del sistema e alla riduzione degli sprechi è molto difficile per tutti, specie per i gli elettori del Movimento 5 Stelle. Io vi chiedo di votare con il cervello. E anche con il cuore. Questa è la più grande possibilità che abbiamo di pensare ai nostri figli. E se rifiutiamo questo treno oggi, dovremo aspettare decenni. Per questo utilizzerò

Napolitano: “Su referendum sfida aberrante. Per giudicare Renzi ci sono le elezioni”

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Quella sul referendum “ è diventata una sfida largamente aberrante “. Il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano commenta così a Porta a Porta gli ultimi giorni della sfida referendaria. “Non ritengo che uno degli obiettivi della riforma debba essere tagliare il numero dei parlamentari – spiega ospite della trasmissione di Rai Uno – ma avere un sistema più snello e un Senato rappresentativo delle realtà territoriali”. Napolitano sottolinea in particolare uno degli aspetti che hanno caratterizzato il confronto tra i due fronti: la personalizzazione del voto del 4 dicembre. “Non si vota pro o contro questo governo – spiega – Si vota quello che è scritto nella legge.  L’occasione per giudicare Renzi ci sarà con le prossime elezioni  che al momento si terranno nel 2018″. Durante il programma condotto da Bruno Vespa l’ex inquilino del Colle ha commentato  l’analisi del Financial Times  per il quale, in caso di vittoria del No al referendum, l’Italia direbbe addio all

Matteo Renzi domenica a Monza

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Ultimi tredici giorni di campagna elettorale sul referendum. Auguro a tutti di viverli con intensità e leggerezza. Finalmente stiamo entrando nel merito della riforma e dei cambiamenti che l'Italia potrà avere in caso di vittoria del sì. Certo, c'è sempre chi prova a cambiare argomento, a parlare di altro, dal Governo alla legge elettorale, ma sento da molti di voi che finalmente il clima è cambiato e adesso si inizia a discutere di riforme e non più di tutto il resto. Dunque, avanti tutta. Perché se entriamo nel merito scopriamo che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini vuole superare il bicameralismo paritario, vuole ridurre il numero dei parlamentari, vuole ridurre i costi, vuole abolire il CNEL, vuole cambiare il rapporto Stato-Regioni. E se nei prossimi tredici giorni parliamo di questo, anziché di tutti i diversivi che si stanno inventando, è fatta. Devo dire che per me viaggiare, da Brescia a Foggia, da Bergamo a Ercolano, in Sicilia come in Campania o

La Enews di Matteo Renzi

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Mancano venti giorni al voto del 4 dicembre sul referendum costituzionale. Venti giorni che valgono venti anni. I venti anni di tentativi falliti del passato. I venti anni di speranza che possono aprirsi se l'Italia sceglierà il futuro e non la paura. Non vi parlo per una volta di tutte le iniziative della settimana. Chi vuole può seguirle qui: www.facebook.com/matteorenziufficiale e sui canali del Governo. Oggi mi limito a fare un augurio, un augurio a tutti voi e soprattutto a quelli che da tanto tempo condividono con me questa meravigliosa avventura. Siamo al bivio decisivo, ragazzi, lo sappiamo. Molti di voi sono impegnatissimi in queste ore. Vanno casa per casa. Fanno il porta a porta. Organizzano eventi. Altri sono preoccupati. Tesi. I sondaggi dicono che il No sarebbe più forte del Sì, al momento (e che gli indecisi sono più forti del No e del Sì messi insieme, ma questa è un'altra storia). E qualcuno dunque è preoccupato. Qualcuno pensa che ci sarà un effetto Trump s

Renzi: il 4 dicembre sarà l’occasione per fare chiarezza sul futuro

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“In settimana faremo i primi mille giorni di governo e non è che ce ne saranno altri mille perchè ogni tanto si vota, ma è già un record esserci arrivati. Se dovessi guardare dove eravamo e dove siamo, il compito del nostro governo è stato mettere a posto il passato. C’era la palude, ce lo ricordiamo o no?”. Lo ha detto il premier  Matteo Renzi   intervenendo all’ Assemblea nazionale sul Mezzogiorno  a Napoli. “Sono tre o quattro, su 63, i governi arrivati a mille giorni, già questo indica qualche problema. La Merkel ha visto 4-5 presidenti del Consiglio, Obama 3 o 4. Il Parlamento – ha ricordato – non riusciva ad eleggere il Presidente della Repubblica, rischiavamo di perdere i fondi europei e tutta la classe politica che sembrava impantanata e che avesse come unico obiettivo di rimandare la tornata elettorale. Questo era lo scenario. Ci siamo preoccupati in questi due anni e mezzo, di mettere a posto il passato.  La riforma del Jobs Act , ad esempio, andava fatta 15 anni fa”

Richetti: “Questa è la Leopolda che parla alla quotidianità delle persone”

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Nella foto un’immagine della Leopolda 201 5 Aprirà un Matteo stasera e chiuderà un altro Matteo, domenica a mezzogiorno. A tagliare il nastro di partenza della settima edizione della Leopolda a Firenze, sarà infatti  Matteo Richetti , decisione presa dall’altro Matteo, il segretario presidente del Consiglio, come a voler ribadire quell’antico rapporto di amicizia politica e personale iniziato anni fa. Leggiamo dal sito de l'Unità Richetti, la domanda è un tormentone in questi giorni quindi che dice di chiarire sul punto? Archiviata la distanza tra voi due? «Come erano ridicole le ricostruzioni e i retroscena sull’abbandono altrettanto ridicole sono quelle sul ritorno». Che Leopolda sarà questa, che si svolge durante l’emergenza terremoto e una campagna referendaria così divisiva? «Sarà una Leopolda che aderirà molto alla quotidianità, al dramma che sta vivendo il centro Italia e con esso tutto il Paese perché questo terremoto ha colpito al cuore l’identità di int

L'anima dell'Italia è inquieta. L'Enews di Matteo Renzi.

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Il terremoto più forte dai tempi dell'Irpinia, dal 1980, ha devastato il cuore della nostra Penisola. Non ci sono morti, stavolta. E questa notizia ci dà enorme sollievo. Ma i danni al patrimonio abitativo, economico, culturale e religioso sono impressionanti. Questi borghi sono l'identità italiana: dovremo ricostruirli tutti, presto e bene. Lo faremo perché noi - tutti noi - siamo l'Italia. Ma adesso la priorità è restituire un briciolo di tranquillità alle popolazioni. E farlo è un'impresa difficilissima. Del resto chiunque abbia anche solo sentito la scossa di domenica mattina a distanza di centinaia di chilometri dall'epicentro potrà comprendere il dolore di chi vive in quelle zone. Chi ha vissuto un grande spavento da lontano, può solo immaginare il terrore che ha attraversato persone che da due mesi con le scosse ci convivono quotidianamente. Le cose da fare sono difficili, ma chiare. Primo, mettere in sicurezza. Ne parleremo anche oggi, nel consigli

Enews del segretario Matteo Renzi

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1. Emozioni americane Mi risulta molto difficile contenere le emozioni della visita di Stato della settimana scorsa negli Stati Uniti. A livello personale, innanzitutto, perché considero quella di Barack Obama una storia incredibile e la sua presidenza un passaggio cruciale nella storia americana. La scelta di dedicare all'Italia e al suo governo l'ultima cerimonia ufficiale della sua presidenza è figlia di una stima verso il nostro Paese di cui dovremmo essere molto orgogliosi. Tutti, nessuno escluso, indipendentemente dal colore politico. E dovremmo essere molto orgogliosi anche delle persone che hanno composto la nostra delegazione a cominciare dal meraviglioso quartetto al femminile con la più grande scienziata italiana, Fabiola Gianotti, la curatrice del Moma di New York Paola Antonelli, il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e l'atleta paralimpica Bebe Vio. Sulla mia pagina facebook trovate alcune  immagini  di questa missione. Qui  il mio saluto al presidente

L'Enews del Segretario Matteo Renzi

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È stata una bella settimana. Intensa e difficile ma bella. Una delle più belle da quando siamo a Palazzo Chigi per qualità e quantità del lavoro che abbiamo prodotto. 1. Il terremoto Abbiamo fatto il decreto sul terremoto e personalmente sono tornato ad Amatrice, Accumoli, Arquata. Per il momento - a differenza di altre vicende del passato - non ci sono polemiche e stiamo lavorando tutti insieme, bene, per queste terre. Per l'Italia. Avevamo garantito che non li avremmo abbandonati una volta spente le luci delle telecamere: niente più che il nostro dovere. Lo stiamo facendo tutti insieme, con gli italiani che in queste vicende mostrano il loro volto migliore. Anche se non ne parla più nessuno, noi siamo sempre lì, con il cuore e con la concretezza. E grazie a tutti quelli che ci stanno lavorando duro. 2. La legge di Bilancio 2017 Abbiamo fatto la legge di stabilità. Ci sono molte buone notizie e chi si lamenta dei tanti bonus forse lo fa perché rimpiange la stagione

Un goal contro l’emarginazione: 100 milioni per lo sport e le periferie

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“ Il tema periferie è entrato nel dibattito mediatico dopo le elezioni amministrative del 2016: allora non c’era giornale o talk-show che non dedicasse grande attenzione questo problema. E molti sottolineavano come la mancanza di attenzione alle periferie fosse uno dei gravi problemi di scollamento tra politici e popolo. Da ex sindaco prima ancora che da premier, credo che la sfida della qualità urbana e delle periferie sia uno dei più difficili e affascinanti del nostro tempo. Per questo abbiamo investito molto sulle periferie sia a livello economico che culturale, quasi sempre nel silenzio degli addetti ai lavori. Oltre un anno fa abbiamo stanziato cinquecento milioni di euro e chiesto alle singole amministrazioni di tutta Italia, di tutti i colori politici, di presentarci i loro progetti. Abbiamo ricevuto, però, richieste per oltre due miliardi di euro su progetti selezionati dai sindaci, tutti i sindaci, compresi i nuovi sindaci, non da noi. Con queste cifre avremmo dovuto b

Merito, competitività ed equità. Ecco la legge di bilancio 2017 #passodopopasso

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Oltre alla legge di bilancio abbiamo approvato “un dl che interviene sui fondi 2016, il famoso fondo della presidenza e interviene sull’obiettivo del governo di chiudere la parentesi di Equitalia aprendo un capitolo nuovo”.  Così  Matteo Renzi  ha aperto la conferenza stampa sull’esame del disegno di legge di bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2017 e per il triennio 2017-2019. “La filosofia della stabilità 2017 è merito e bisogno, tenere insieme competitività ed equità, dare una chance a chi ci prova e una mano a chi non ce la fa”.   “L’Italia non va ancora bene ma dopo due anni e mezzo va un po’ meglio di prima, non siamo contenti, abbiamo fame di risultati positivi ma Italia va meglio. Passo dopo passo”.   La manovra per il 2017 è fatta “di 6 capitoli, il più importante è la competitività” sulla quale ci sono “20 miliardi in più anni”. Così il premier Matteo Renzi al termine del Cdm che ha varato la legge di Bilancio, citando gli interventi per Industria 4.0 e

L’Italia per la quale tutte le mattine proviamo a fare del nostro meglio. La eNews di Matteo Renzi

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Si fa un gran parlare in queste ore di questioni tecniche e autoreferenziali al mondo politico romano. Vorrei condividere in questa enews semplicemente una piccola parte di ciò che ho visto in  questa settimana , fuori dal piccolo mondo degli addetti ai lavori.   Ho visto scienziati italiani che stanno guidando il principale progetto europeo per Marte e che saranno i primi al mondo a sapere – nel 2021 – se davvero ci sono tracce di vita nel pianeta rosso: sono italiani, orgogliosi di esserlo. Ho visto i bambini del Cottolengo, gli educatori, i dottori e gli infermieri, i malati, i sacerdoti e le suore: persone che dedicano la vita alla cura dell’altro in modo innovativo, fedele ai valori ma originale nelle forme. Ho visto finalmente partiti i lavori sul Bisagno, negli stessi luoghi di Genova in cui la politica perse la faccia due volte a distanza di pochi mesi: la lotta al dissesto idrogeologico finalmente si fa sui cantieri anziché sulle scartoffie. Ho visto diverse aziende del No