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La lettera all'Europa: un libro dei sogni e misure pesantissime

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L'Italia incassa la promozione dell'Europa sul piano per rilanciare la crescita e blindare i conti pubblici. Ma le istituzioni e i partner dell'Europa sono stati chiari: vanno bene le promesse, ma ora il piano va attuato. E hanno promesso una vigilanza costante, sulle promesse fatte da Berlusconi. Il piano anti-crisi , illustrato da Berlusconi alla Ue, dissolve i sorrisi ironici di Sarkozy e della Merkel. Ma non risolve i problemi drammatici del Paese . Né sul fronte interno, né sul fronte internazionale. In quelle undici cartelle ( qui il testo integrale), riscritte completamente dall'Europa ieri pomeriggio (perchè la prima versione presentata da Berlusconi non andava bene) , c'è infatti un compendio di intenzioni magnifiche e di provocazioni ideologiche, come fa notare oggi Massimo Giannini su Repubblica ( qui ). Anche il Corriere fa un'analisi critica della lettera ( qui ). C'è l'elenco minuzioso delle solite "cose fatte" e punt

Il Governo spaccato e le risposte da dare all'Europa

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Silvio Berlusconi, «l'uomo del fare» abituato a spargere sempre intorno a sé ottimismo, ha ieri esplicitamente ammesso davanti a Giorgio Napolitano le proprie difficoltà. La situazione si è fatta alquanto pesante dopo che a Bruxelles è stato detto a Berlusconi che il problema è lui. Le richieste europee di interventi strutturali sulle pensioni spaccano l'asse Bossi-Berlusconi , con la Lega Nord che si oppone, minacciando la sopravvivenza stessa dell'esecutivo. Alla fine di una giornata convulsa, ieri il Consiglio dei ministri straordinario è terminato senza assumere alcuna decisione . La matassa è difficile da sciogliere, in ballo c'è la tenuta del governo. Si prepara una terza manovra, le prime due non sono bastate a ridare fiducia agli italiani e nell’Italia . Un decreto di sviluppo, è la promessa. Un provvedimento “ordinato” da Merkel e da Sarkozy all’ultime vertice di Bruxelles, è la premessa. Una riforma definitiva e soprattutto equa del sistema pensionisti

Umiliati in Europa. Adesso l'Italia rischia davvero

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E' fissato per le 18 di oggi il Consiglio dei Ministri straordinario, chiamato a varare le misure strutturali richieste ieri a gran voce dall'Unione Europea, al termine del consiglio europeo a Bruxelles. L'Irlanda sta uscendo dalla crisi, il Portogallo va nella giusta direzione, la Spagna, grazie alle politiche del Governo Zapatero e del senso di responsabilità dell'opposizione «non è più in prima linea». Sono Italia e Grecia ad aggravare la crisi dell'eurozona e spetta a questi due Paesi fare quello che va fatto, « fare i propri compiti» e assumersi le proprie responsabilità. I paesi dell'Eurozona sono pronti a tendere una mano all'Italia , ma gli aiuti non arriveranno se il Governo non si dimostrà pronto ad assumersi le proprie responsabilità. È questo il messaggio scandito a chiare, chiarissime lettere dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, nel

Tempo scaduto

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Era il 21 settembre 2011. Il presidente degli industriali, Emma Marcegaglia , e i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, si incontrarono per proporre al Governo una serie di misure fondamentali per il rilancio della crescita come la riforma fiscale e l'abbassamento delle tasse per i lavoratori dipendenti. L'accordo era stato in quei mesi l'unico segnale positivo, di fiducia, sul quale puntare per avviare una nuova fase di concertazione e di ricostruzione del paes e. Da allora il nulla. Il Governo non ha mai risposto alle parti sociali, tanto meno al presidente degli industriali, Emma Marcegaglia. 18 Ottobre 2011: a 30 giorni da quell'appuntamento, gli industriali ci hanno riprovato. Ieri le imprese hanno scritto al presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, ed hanno elencato per l'ennesima volta le mancanze del governo lanciando l'ennesimo grido d'allarme:   "L'Italia ha mezzi e ri

Si prepara un nuovo condono

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Mentre il Premier lascia l'Italia , per correre a festeggiare il compleanno del suo amico Putin, lasciandoci con una battuta agghiacciante (quella di "forza gnocca" ) nel giorno dei funerali di quattro donne morte per il lavoro nero, la sua maggioranza lavora al decreto sviluppo. E come pensano, quelli del centrodestra,  di recuperare i soldi che mancano?  Semplice, con l'ennesimo condono. Fiscale ed edilizio. L'ennesimo premio ai furbetti e a chi non paga le tasse , a chi nasconde i soldi all'estero, a chi, in una parola, ci ha portato a questa situazione. Il condono diventa così è l'emblema del degrado morale dell'Italia berlusconiana. E la conferma dell'assoluta inadeguatezza del governo Berlusconi ad affrontare i nodi veri che bloccano lo sviluppo del Paese.

Scossa all'economia o propaganda elettorale?

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“Ma quante frustate sono state approvate e date all'economia? Peccato che l'economia non se ne sia accorta...” questo l'ironico commento del segretario del PD, Pier Luigi Bersani , rispetto al decreto sviluppo varato ieri. Puntuale anche quest'anno, infatti, a una settimana dalle elezioni amministrative è arrivato un ennesimo "decreto sviluppo". Un intervento essenzialmente propagandistico , dove le uniche misure utili sono quelle che correggono gli errori fatti da precedenti decreti del governo Berlusconi. Qualche esempio? Il bonus ricerca , che tenta di rimediare allo smantellamento del credito di imposta per ricerca ed innovazione, introdotto dal governo Prodi e vanificato nella manovra del 2008 dal famigerato click day. E ancora: il bonus occupazione nel Mezzogiorno, che solo in piccola parte recupera il credito di imposta introdotto dal governo Prodi con la legge Finanziaria per il 2008. E infine: la rimozione della norma per l'esecutivit