Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta censis

Più spesa privata, meno qualità dei servizi: cosa resta dopo i tagli in sanità

Immagine
La sanità italiana è sempre meno pubblica e sempre più costosa per i cittadini. I tagli alla spesa hanno colpito con forza il Servizio sanitario nazionale, influendo non poco sulle tasche dei cittadini, che spendono di tasca propria 30,6 miliardi di euro per la salute. E' questa la grigia fotografia fornita ieri dal Censis (vedi qui per approfondire). E per il 31,7% degli italiani, negli ultimi due anni la qualità del servizio sanitario è peggiorata , soprattutto nelle Regioni dove i tagli sono stati maggiori. Sempre nel triennio 2007-2010, la spesa per i farmaci è aumentata per i privati del 10,7% , senza dimenticare che, se non verranno aboliti, arriverà presto la stangata dai ticket su diagnostica, specialistica e pronto soccorso . Secondo il rapporto, l'aumento della spesa privata non dipende solo dalle recenti manovre di bilancio: " Ci sono settori dalla copertura pubblica da sempre giudicata inadeguata, come l'odontoiatria, con il 95% della spesa a cari

Disabilità: quando lo Stato abbandona le famiglie

Immagine
«La disabilità è ancora una questione invisibile nell'agenda istituzionale, mentre i problemi gravano drammaticamente sulle famiglie, spesso lasciate sole nei compiti di cura». Peggio: «L'assistenza rimane nella grande maggioranza dei casi un onere esclusivo della famiglia». Sono affermazioni di ieri del Censis , in occasione della presentazione di una ricerca ( qui , qui e qui ) sul vissuto delle persone con sclerosi multipla e con autismo e dei loro familiari . E sono affermazioni purtroppo confermate da alcuni numeri , presi da un'inchiesta del «Sole 24 Ore»: l'Italia spende molto più della media dell'Europa a 15 per le pensioni (16,1% contro 11,7%), come gli altri nel totale del welfare (26,5% contro 26%) ma nettamente meno per la non autosufficienza: 1,6% contro 2,1%. E ancora: dal 2008 al 2013 il Fondo per le politiche sociali precipita nelle tabelle del governo Berlusconi da 929,3 milioni di euro a 44,6. Quello per la non autosufficienza da 300 a 0:

Generazione mille euro

Immagine
Il 42% dei lavoratori dipendenti 25-34enni di oggi andrà in pensione intorno al 2050 con meno di mille euro al mese. Significa che in molti si troveranno ad avere dalla pensione pubblica un reddito addirittura più basso di quello che avevano a inizio carriera . E la previsione riguarda i più «fortunati» , cioè i 4 milioni di giovani oggi ben inseriti nel mercato del lavoro, con contratti standard: poi ci sono un milione di giovani autonomi o con contratti atipici e 2 milioni di giovani che non studiano né lavorano. È quanto emerge dai risultati del primo anno di lavoro del progetto «Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali» di Censis e Unipol, presentato il 6 luglio. Ma non è tutto: dovremo confrontarci con il problema della sostenibilità del sistema pensionistico e dovremo pagarci i servizi sanitari. Dalla ricerca ne esce un quadro poco rassicurante, che va valutato con molta attenzione. Sebbene il sistema di welfare sia inevitabilmente destinato a rid

"Giovani in via di estinzione"

Immagine
I giovani sono in via di estinzione. Negli ultimi 10 anni, dal 2000 al 2010, abbiamo perso più di 2 milioni di cittadini di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Lo ha detto il direttore del Censis, Giuseppe Roma , entrando all'audizione presso la Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera, che sta esaminato il tema dell'accesso al mercato del lavoro . Non solo, i giovani italiani , secondo Roma, sono scarsamente istruiti e, dati i tempi prolungati dei diversi cicli formativi, l'ingresso nella vita lavorativa è ritardato rispetto agli altri Paesi europei . Un'altra particolarità tutta italiana è l'alta percentuale di giovani che non studiano né lavorano : in Italia sono l'11,2% rispetto al 3,4% della media europea. Quello che l'istituto definisce il "record di inattività volontaria". Di fronte a questo scenario, sono tre le proposte avanzate dal direttore del Censis per favorire la possibilità di impiego dei giovani: anticipare i te

L'Italia senza desideri

Immagine
Un'Italia «appiattita» che stenta a ripartire , un inconscio collettivo senza più legge nè desiderio: è l'analisi impietosa del Censis, contenuta nel 44esimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2010 , presentato nei giorni scorsi. Abbiamo resistito ai mesi più drammatici della crisi, dice il Censis, seppure con una «evidente fatica del vivere e dolorose emarginazioni occupazionali». Ma ora sorge il dubbio che , anche se ripartisse la marcia dello sviluppo, la nostra società non avrebbe lo spessore e il vigore adeguati alle sfide che dovremo affrontare.