Andiamo avanti

L'esito delle elezioni regionali lombarde non lascia scampo: abbiamo perso in modo chiaro. 

Ora faremo un'opposizione netta e propositiva, com'è giusto che sia. Anche per questo, ovviamente, confermo quanto avevo già annunciato: mi dimetterò dal Parlamento Europeo e resterò in Consiglio Regionale. 

Ora fatemi dire grazie alle liste che hanno dato vita al nostro laboratorio, alle candidate e ai candidati, alle attiviste e agli attivisti e, soprattutto, alle elettrici e agli elettori che hanno creduto in noi. 

Queste (pochissime) settimane sono state una corsa contro il tempo appassionante e difficile. 

E, a proposito di tempo, pur non cercando alibi facili, fatemi dire che indicare il candidato alla Presidenza di Regione Lombardia a due mesi dalle elezioni stesse è il modo migliore per iniziare in modo complicato la corsa. 

Anche per questo continuo a non capire la scelta sciagurata di Carlo Calenda di rompere ogni accordo con il PD e di sostenere Letizia Moratti. 

Scelta che gli elettori, più di ogni altro, hanno indicato come assolutamente sbagliata. 

Ripartiamo ora da qui, consapevoli dell'enorme dato dell'astensione e di ciò che essa segnala e del bisogno di ricostruire. 

A proposito di ricostruzione, oltre ad augurarmi che il PD scelga una leadership forte e che dopo le primarie lavori con grande spirito unitario (errore clamoroso non averle fatte prima le primarie!), non posso che ribadire quanto sto dicendo ovunque: di fronte alla destra, le divisioni sono solo  un  regalo. 

Partiamo da alcuni dati importanti tra tante (evidentissime) difficoltà: il grande risultato che si profila in varie città (tra cui Brescia e Milano), la grande generosità di tanti e quei fili con alcuni territori che abbiamo riallacciato e quei rapporti che abbiamo intessuto anche in momenti difficilissimi (prendete il Qatargate...) con molti. 

Infine, fatemi dire grazie alle ragazze e ai ragazzi che mi hanno premiato come il candidato più votato tra i giovani: avverto ciò come una grande responsabilità. 

Andiamo avanti. 

Pierfrancesco Majorino

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