La giustizia si riforma in Parlamento

“L’affluenza ai referendum è stata la più bassa della storia. Salvini e il centro destra sono stati sconfitti dai loro stessi elettori. Adesso, con serietà, continuiamo le riforme in Parlamento.” 

Commenta così Marco Meloni, Coordinatore della Segreteria del PD, il mancato raggiungimento del quorum ai referendum. 

In un’intervista del 31 maggio su la Repubblica il Segretario dem Enrico letta dichiarava: “Penso sia uno strumento sbagliato, si sta facendo la riforma in Parlamento, è lì che bisogna fare le riforme e un referendum renderebbe impossibile qualsiasi percorso parlamentare. Riforme così complesse devono essere fatte in Parlamento.” 

L'affluenza al voto per i referendum sulla giustizia si ferma al 21,88% anche in Lombardia, dove pure si votava in 127 comuni. Un flop di partecipazione clamoroso. 
La Lega, che ha scelto di ricorrere a questa strada anziché portare avanti seriamente in Parlamento una riforma di cui il Paese ha estremo bisogno, ora prenda atto del proprio fallimento. 

La richiesta di indirli è pervenuta dai Consigli Regionali di Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto, dove i partiti promotori sono riusciti a far valere la forza dei propri numeri nel palazzo. I cittadini, anche di centrodestra, evidentemente, la pensano in modo diverso. 

Chi si è fatto promotore di questo percorso ha contribuito a delegittimare ulteriormente l'istituto referendario piegandolo a polemiche di parte e ha dimostrato di aver perso la sintonia con buona parte del Paese e dei cittadini della Lombardia. 

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