Sentenza Massaro: giustizia dopo anni di abusi

“Una decisione importante e che fa finalmente giustizia dopo anni di abusi: la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della signora Laura Massaro. È una vittoria non solo della ricorrente, ma con lei dei diritti dei minori e di tante donne. Nelle motivazioni della decisione la Corte non solo respinge nettamente qualunque ricorso alla pseudo sindrome dell’alienazione parentale, che in questi anni è stato uno strumento di abuso nei confronti delle donne, dei bambini e delle bambine, ma rifiuta la pratica orrenda e fuori dello stato di diritto dell’allontanamento del minore anche con l’uso della forza.” commenta Cecilia D’Elia, della Segreteria PD, Responsabile politiche per la parità e Portavoce della Conferenza nazionale delle donne democratiche. 

E prosegue: La Corte ribadisce che la tutela della soggettività del minore chiede che questo venga sentito personalmente dal giudice, che vengano riconosciute le sue relazioni significative e che la bigenitorialità, diritto del minore e non del padre separato, non sia una formula astratta da applicare al di fuori della valutazione del contesto in cui le relazioni con i genitori si concretizzano. Davvero una sentenza importante, merito della forza di Laura Massaro, che non si è mai arresa e della legali Teresa Manente e Ilaria Boiano dell’associazione Differenza donna che l’hanno assistita.” 

A lei si aggiunge la Senatrice del PD Valeria Valente, Presidente della Commissione di inchiesta sul Femminicidio e la violenza di genere: “La sentenza della Cassazione sul caso di Laura Massaro farà storia. Non si commentano le sentenze, ma questa definisce con parole chiarissime ciò che era già emerso nella giurisprudenza e nel lavoro della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere.” 

Conclude Valente: “Tre i punti imprescindibili, secondo la Cassazione: l’alienazione parentale viene condannata e messa al bando, il superiore interesse del minore viene rimesso al centro anche rispetto al diritto alla bigenitorialità e viene detto che essi non sempre coincidono e che di fronte alla necessità per il bambino di ricostruire un rapporto con il padre bisogna sempre considerare il suo trauma nel distacco con l’unico affetto della mamma. Viene bandito l’uso della forza. In sostanza viene chiarito che se una bambina o un bambino esprime la volontà di stare con la madre si indaga e si mette al centro la sua volontà. Il plauso – conclude Valente – va alla magistratura tutta, la nostra fiducia nella giustizia è ben rispostaGrande merito alle avvocate di Differenza Donna, che hanno deciso di combattere con competenza e passione questa battaglia fino in fondo.”

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