Sacco e Vanzetti: l'intolleranza uccide

Novantaquattro anni fa Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti, si ritrovarono al centro di un clamoroso caso giudiziario, che si concluse con la condanna a morte di entrambi. 

Vennero ingiustamente accusati di un duplice omicidio nel corso di una rapina e, dopo un processo farsa, processati in un clima repressivo, antisindacale e xenofobo e portati alla sedia elettrica il 23 agosto 1927 nonostante l’indignazione di moltissimi cittadini e intellettuali, tra i quali Albert Einstein, Bernard Shaw e Bertrand Russell che si erano spesi apertamente per la loro liberazione. 

A nulla valse la confessione di un detenuto che aveva partecipato alla rapina e che disse di non averli mai visti. La sentenza fu eseguita: Sacco e Vanzetti erano solo due poveri immigrati da usare come capri espiatori e come monito per l’opinione pubblica. Riflettiamoci, e lottiamo anche oggi contro la pena di morte e contro ogni razzismo e xenofobia per onorare la loro memoria. 

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