La Riforma per porre fine al trasformismo

“Viviamo in una democrazia malata, che in 10 anni ha visto il susseguirsi di 7 governi. Gli ultimi 3 governi hanno visto 3 maggioranze diverse”. Così il Segretario del PD, Enrico Letta, in conferenza stampa sulla Riforma dei regolamenti parlamentari insieme alle Capogruppo PD di Senato e Camera Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, al Presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato Dario Parrini, al Responsabile Riforme Andrea Giorgis, alla professoressa Carla Bassu e a Emanuele Fiano, Capogruppo nella Giunta per il Regolamento di Montecitorio.

La Riforma dei regolamenti parlamentari per porre fine al trasformismo

La Riforma prevede: limitare cambi di casacca e transfughismo; valorizzare le iniziative legislative popolari e dei Consigli regionali; stabilire tempi certi per i voti del Parlamento; vietare maxi-emendamenti eterogenei; semplificare e razionalizzare numerosi atti e strumenti.

“Oggi c’è una una grande occasione per riformare i regolamenti parlamentari, resa obbligatoria dalla riduzione del numero di parlamentari. I regolamenti devono cambiare per forza e noi proponiamo alle altre forze politiche alcuni importanti novità in vari ambiti. Sono tutte novità che servono a scongiurare la chiusura del Parlamento nei confronti dei cittadini, ad aumentare le forme di partecipazione, per rendere più efficiente il lavoro parlamentare”, aggiunge Letta.

“Il cuore di questa proposta, mantenendo in vita la previsione dell’art.67 della Costituzione, è che noi vogliamo far cessare questa dinamica, questo trasformismo parlamentare, questa pratica che ha reso questo nostro Parlamento” una istituzione “a cui cittadini guardano con occhi sfiduciati e non sanno più nemmeno a quale gruppo appartiene un parlamentare”.

“Questa proposta, che può diventare norma rapidamente, si pone obiettivo che una volta che l’elettore vota, ci sia una rappresentazione del voto la più trasparente e stabile possibile. Non spostamento da un campo all’altro o mettersi all’asta. Vogliamo ridare ai cittadini il senso della trasparenza e della pulizia della vita parlamentare. Non può più succedere quello che è successo in questa legislatura nella quale il Gruppo Misto è diventato un paradiso a cui tendere. Va dato un colpo al trasformismo parlamentare, così si rafforza democrazia. Va bloccata la logica del trasformismo che umilia la nostra vita democratica”.

“Crediamo vi sia la necessità di un sistema più equilibrato per dare centralità ai gruppi emersi dal voto e dare stabilità evitando la fluidità di questi tempi. Dando un colpo al trasformismo parlamentare si rafforza la democrazia, dando un colpo ai giochi di scambio e alle piccole convenienze si rende la democrazia più partecipata in un momento nel quale la partecipazione è in grande crisi ovunque”. La proposta del PD prevede che il parlamentare che non si iscriva al gruppo del partito con il quale è stato eletto assumerà lo status di parlamentare non iscritto

“Siamo sempre partiti da un presupposto: farci carico di rivedere i regolamenti dentro le istituzioni. Per qualcuno non è di moda, ci diranno che c’è altro a cui pensare, ma per fare in modo che i cittadini abbiamo maggiore forza e che le misure possano avere una ricaduta più immediata sulla vita delle persone, serve proprio la riforma dei regolamenti”, ha sottolineato la Capogruppo PD al Senato, Simona Malpezzi.

“Credo che sia stato uno sforzo collettivo prezioso”, aggiunge Debora Serracchiani, Capogruppo alla Camera. “Occorre restituire centralità al Parlamento. Per questo la nostra proposta di riforma dei regolamenti parlamentari, insieme alle previsioni per combattere il trasformismo ed i cambi di casacca, contiene altri accorgimenti che consentano alle Camere di funzionare meglio e superare il monocameralismo di fatto attuale. Con la semplificazione delle regole non ci saranno più alibi. Crediamo che su questo terreno si possa raggiungere un’intesa di tutte le forze parlamentari”.

“Abbiamo interloquito con i Presidenti delle Camere perché vorremmo che queste modifiche, che consideriamo necessarie e ragionevoli, urgenti ed essenziali, vengano condivise il più possibile”, sottolinea Andrea Giorgis in conferenza stampa, presentando la proposta.

Il Deputato Emanuele Fiano ha ricordato che “Enrico Letta, nel suo discorso con il quale ha chiesto il voto dell’Assemblea del Partito, ha messo la battaglia contro il transfughismo al centro della propria azione. Tutti noi abbiamo una percezione della crisi delle democrazie liberali che passa anche da quello. Oggi portiamo a compimento l’indirizzo che Enrico Letta aveva dato circa 100 giorni fa”.

Sul punto riguardante il trasformismo, Fiano sintetizza così: “Non è una proposta di mediazione: tu ti fai eleggere in un partito o in una lista e in quella sederai nel corso della legislatura. Se ci sarà una scissione farai parte di un altro gruppo, altrimenti sarai un Deputato libero delle sue scelte, ma non manterrai l’appartenenza a un gruppo. Sarai da solo”.

Esclusa anche l’iscrizione a un altro gruppo: “Per quanto riguarda il parlamentare che abbandona il gruppo di appartenenza non è possibile, secondo la nostra proposta, che si iscriva ad un altro gruppo”.

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