Se vuole andare avanti, il Governo deve avere più ambizioni

di Pierfrancesco Majorino, da Huffingtonpost

Sono giornate complicatissime per il governo Conte.

Lo spettacolo che è andato in onda in occasione della fiducia al Senato non ha giovato, e molto insistenti sembrano essere i tentativi del presidente del Consiglio e del suo entourage di “rafforzare” la maggioranza parlamentare.

L’obiettivo in sé (reso obbligato dalla grave scelta di Italia Viva) non si discute, tuttavia si può tentare di raggiungerlo in vari modi, tra loro molto molto diversi.

Una strada è quella di realizzare accordi di piccolo cabotaggio (più o meno ammantati di autorevolezza) con questo o quel singolo parlamentare. La pratica, si è costretti a ricordarlo, ha sempre portato male al nostro Paese e malissimo a chi non intende consegnarsi nelle mani della destra.

L’altra strada, di cui credo si avverta un enorme bisogno, è quella costituita dal tentativo di alzare il livello innanzitutto delle finalità e degli obiettivi che devono caratterizzare l’azione di governo.

Intendiamoci: è inutile farla facile, perché facile non è.

Il nostro Paese, come gli altri, è chiamato a fare i conti con la necessità di rialzarsi in un tempo nel quale - e la tempesta è davvero perfetta - crisi sanitaria, crisi economica, crisi sociale, crisi climatica si incontrano.

Dunque il lavoro da compiere è gigantesco. Tuttavia non vedo molte alternative. Con gli innesti di questo o quel parlamentare si può guadagnare qualche settimana di tempo in questa o quella Commissione. Ma non si riesce a portare in alcun modo con sé il Paese (se non confidando nella tenuta di autorevolezza e popolarità dello stesso Conte, apprezzato da tanti).

Perfino il grande lavoro che è stato realizzato nei palazzi del governo per confezionare il piano italiano sull’utilizzo delle risorse di Next Generation EU rischia di risultare come il più classico dei topolini partoriti dalla montagna, o come un gigantesco “mille proroghe”, se non è accompagnato da un chiaro messaggio sui traguardi che si vogliono raggiungere.

Come non si riuscirà ad affrontare il micidiale mix costituito da processi di impoverimento, fine del blocco dei licenziamenti e conclusione del blocco degli sfratti (giusto per fare un esempio che riguarda la vita vera delle persone), senza una poderosa iniezione di nuova politica sociale capace di passare, inevitabilmente, anche dal miglioramento significativo del Reddito di Cittadinanza e dall’introduzione di nuovi strumenti (su questo tema, se fossi in Conte, ascolterei le cose dette dai Cristiano Gori e dai Fabrizio Barca).

Per non dire dei ragazzi che manifestano per riaprire le scuole o dei lavoratori dello spettacolo e del turismo: enormi settori del nostro Paese che non ce la fanno più.

A tutti loro, e non solo, il racconto di una classe dirigente senza ambizioni non può assolutamente bastare.

Serve un gigantesco scatto e serve subito.

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