Un piano per la rinascita

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"Il pericolo per le democrazie viene dall'aumento delle disuguaglianze che rendono sole milioni di persone. Quello lanciato dal Governatore della Banca d’Italia Visco è l’ennesimo allarme che conferma un grave pericolo.

La solitudine di chi fa impresa, di chi lavora, di chi è malato e di chi studia o degli anziani. Delle donne che rischiano di pagare piu’ di tutte la crisi. Tutto torna incerto. Perché la disuguaglianza non è solo nel reddito ma si determina in una difficoltà di accesso a servizi e opportunità per tutti.

A questa condizione si deve rispondere in tre modi:
1) Emergenza. Fare di tutto per essere presenti e vicini a una condizione di difficoltà che mai nel dopoguerra si era presentata in queste forme e dimensioni. Parliamo di persone che rischiano di avvicinarsi o sprofondare nella povertà o di imprese anche competitive che sono state travolte dagli eventi di mercato generati dal coronavirus. Da questo punto di vista molto è stato fatto, concretizzare e far arrivare rapidamente ai destinatari le imponenti risorse programmate in questi mesi è decisivo. Deve diventare l’ossessione dell’intero sistema Paese

2) Investimenti. Vanno orientati verso un nuovo modello di sviluppo che deve concretizzarsi in chiari obiettivi Paese. Digitalizzazione, green economy, Università e trasferimento tecnologico alle imprese, infrastrutture materiali, semplificazione dello Stato e una burocrazia che aiuta e non vieta o ritarda, la riforma fiscale e la lotta all’evasione per ridurre il peso delle tasse su chi produce e chi lavora. Offrire una visione chiara può aiutare ad evitare il rischio di distribuire risorse senza un criterio e a indirizzare bene lo sforzo di tutti, penso anche gli investimenti già programmati e in essere di tante aziende pubbliche intorno alle quali si può generare una vitalità delle imprese positiva. C’è paura sì, ma anche tanta voglia di fare e creatività che deve essere raccolta e incoraggiata.

3) Europa. Le scelte compiute e la proposta della Commissione Ue sul Recovery Fund non sono solo una vittoria dell’Italia ma rappresentano l’ennesimo passo in avanti di un protagonismo dell’Europa come grande attore globale. Potremmo dire l’Europa sta riscoprendo una sua missione e questo è molto importante perché rende anche noi più forti nella competizione globale. Per affrontare il futuro è indispensabile un attore politico che realizzi politiche su dimensione continentale. Le teorie sovraniste si sono confermate sbagliate ed inutili. Quella difesa della sicurezza basata su nazionalismo, distinguo e odio si è rivelata totalmente inefficace. Per offrire protezione e sicurezza c’è bisogno dell’opposto. Ma ora anche qui è indispensabile una doppia azione: continuare a spingere verso una maggiore coesione e protagonismo europeo e in secondo luogo non dispendere in alcun modo l’opportunità unica che si presenta all’Italia. Questa volta non possiamo sbagliare.

È vero che la portata della crisi è enorme ma la massa di risorse economiche che si sono attivate è davvero poderosa. Anche grazie alle scelte europee decine di miliardi per investimenti e decine per prestiti a condizioni uniche. Ora le risorse vanno indirizzate verso il sostegno ad un modello di sviluppo nuovo che rappresenti davvero la rinascita di cui tanto si parla: un modello fondato sulla sostenibilità ambientale e sociale. Ma insisto, per fare tutto questo occorre uno spirito nuovo basato sul confronto, il dialogo e l’unità.

Non significa annullare le differenze, cambiare governi o ruoli tra maggioranza e opposizione ma inaugurare una nuova fase all’insegna della concordia nazionale basata sul riconoscimento dell’altro anche nella politica per compiere, almeno per una fase, un percorso che proietti nel futuro l’Italia. Pensiamo a un piano per la rinascita. Un grande patto tra istituzioni, imprese, forze sociali, enti locali, fatto di obiettivi condivisi, politiche e priorità. Un percorso nuovo da compiere insieme. È la scelta più difficile ma chi ama davvero l’Italia non può sottrarsi. Lo dobbiamo soprattutto ai giovani: il coronavirus li ha colpiti poco come malattia ma pagheranno più di tutti gli effetti drammatici che sta producendo sulla formazione, sul lavoro, sui debiti da pagare."

Nicola Zingaretti, Segretario del Partito Democratico, sul Corriere della Sera

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