La lettera dei sindaci a Conte


La situazione, dice il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, rischia di “diventare catastrofica”. I Comuni hanno sospeso la riscossione delle tasse locali e dal Governo non sono arrivati i fondi. Rischia di fermarsi tutto. Ecco perché i trenta sindaci delle città metropolitane hanno scritto al presidente Conte per chiedere “una manovra di aggiustamento, urgente e indifferibile, salteranno i servizi essenziali di tutte le Città italiane. Il rischio potrebbe essere un drammatico lockdown delle attività che, quotidianamente, i Comuni svolgono in ogni angolo del nostro Paese per i loro cittadini.

Se di ciò non si prende piena e profonda consapevolezza, a farne le spese saranno le Città d’Italia e cioè l’Italia stessa”. La lettera ha un peso politico importante perché trasversale e porta la firma di tutti i più importanti sindaci italiani.

“Eravamo certi – scrivono - che, proprio in una fase come questa, sarebbe stato il Governo a chiedere il fondamentale apporto dei sindaci per centrare la strategia necessaria per il rilancio del Paese. Aspettavamo maggiore attenzione alle nostre richieste, perché i Comuni, le istituzioni di prossimità, quelle della frontiera quotidiana del bisogno e della assistenza alla cittadinanza, conoscono esattamente la realtà, vivono giornalmente le dinamiche sociali e avvertono gli umori della gente”.

“Noi abbiamo avuto senso di responsabilità – continuano - abbiamo perfino rinunciato all'esercizio del nostro potere di autorità sanitaria locale perché il Governo potesse dare un indirizzo unitario per superare l'emergenza.
Con determinazione ci siamo assunti la responsabilità di prevenire e gestire le tensioni sociali, distribuendo buoni spesa e kit alimentari in tempi rapidi e a tutti coloro che ne avevano urgente bisogno. Con fatica quotidiana continuiamo a far fronte comune con le altre istituzioni per evitare che il fortissimo disagio economico e sociale possa trasformarsi in rabbia. Non intendiamo cambiare ora: siamo sindaci e il senso di responsabilità è connaturato al nostro ruolo”

“Rivendichiamo il ruolo politico che il mandato diretto dei cittadini ci assegna. Vogliamo essere protagonisti di questa delicata fase del Paese per evitare che già alle battute iniziali possa risultare compromessa. Lo diciamo con orgoglio, che non è presunzione né ambizione. Lo diciamo perché sentiamo non il diritto, ma il dovere di essere accanto al Governo in un momento così difficile”.

“Vogliamo dare il nostro contributo. Anche perché siamo gli unici, tra le istituzioni rappresentative della nostra Repubblica, ad avere un mandato, pieno e diretto, dai cittadini e in virtù di questo abbiamo un legame viscerale con le nostre comunità e i nostri territori”.

I sindaci chiedono a Conte un “confronto, leale e serrato, sugli aspetti fondamentali della ripartenza: risorse certe e sufficienti per consentire ai Comuni di assicurare continuità nei servizi alle comunità, perché le somme già stanziate non ci permetteranno di chiudere i bilanci a luglio; misure eccezionali di revisione e flessibilizzazione dei vincoli finanziari per i Comuni; semplificazioni per eseguire opere celermente e ridisegnare gli spazi urbani in vista della fase di convivenza con il virus.  Senza gli occhi lungimiranti e la caparbia determinazione dei sindaci si rischia di ripartire con il piede sbagliato”.

Post popolari in questo blog

Al via il tesseramento 2024

Raccolta firme per la sanità, un ottimo inizio!