“Forse non è così facile, ma è possibile: l’Italia si può cambiare e se non la cambiamo noi, non la cambierà nessuno”



Guarda il video dell’intervento del Segretario nazionale Matteo Renzi a Imola, nella giornata conclusiva della Festa nazionale del Partito Democratico.

E’ il discorso della speranza e della realtà, il discorso che guarda al presente ma che è capace di disegnare il futuro. Il discorso del segretario di un partito che ha portato “due milioni di votanti alle primarie, loro 37mila”. Matteo Renzi, a Imola, nell’intervento conclusivo della decima Festa nazionale del Pd, scopre il bluff del M5Stelle, un bluff che non regge più neanche sul web, e sottolinea come “Noi abbiamo creato “900mila posti di lavoro”, mentre “loro puntano a zero posti di lavoro, alla mancanza di centralità del lavoro e al sussidio per tutti”.
L’attacco ai 5Stelle, però, non è un modo per cercare applausi facili, perché Renzi ha la forza e la capacità di uscire dai confini -pur ampi, in questi tempi dove tutto è adoperato come propaganda- del classico discorso da ‘campagna elettorale’, per trovare quelle suggestioni e quell’analisi che davvero possono servire alla comunità. “Abbiamo fatto uscire il Paese dalla crisi -ribadisce- ma è solo il primo tempo. Il secondo è portare l’Italia in Europa a guidarla”.

Davanti a un pubblico così numeroso che basta un semplice colpo d’occhio per smentire chi aveva scritto e parlato di ‘festa deserta’, il segretario PD mette i paletti fra la politica e l’avanspettacolo: “Di barzellettieri e comici questo paese ne ha avuto abbastanza. E’ il tempo della competenza“.

Ed è su questo sostantivo, “competenza”, che a sua volta richiama altre parole fondamentali per chi intende assumersi l’onere del governo della cosa pubblica, come responsabilità e affidabilità, che Renzi punta: è la competenza che può battere il populismo: “O vincono loro, i populisti, quelli che urlano, o vinciamo noi. E per vincere noi dobbiamo evitare di rispondere alle provocazioni, che saranno tante. Urleranno, dai talk-show, e noi dovremo studiare di più. Ci insulteranno, e dovremo sorridere. Cercheranno di nascondere i risultati e noi dovremo aggrapparci alla realtà. Questo paese ha bisogno di persone perbene, solide, che non gridano onestà nelle piazze, perché l’onestà ce l’hanno nel loro cuore, perché l’onestà la vivono quotidianamente. Ma sanno che la vera politica onesta è la politica capace di fare le cose e di accettare le sfide. Questa politica è la politica del Pd”.

In questa battaglia della realtà e della speranza contro la demagogia e le fakenews, il leader democratico lancia un appello e un monito ai più giovani, alla generazione dei “millennials”: “Nativi del Pd, per voi non ci sono più alibi. Vi voglio vedere alla stanga, rimettetevi in moto. Non scimmiottate i litigi dei grandi. Vogliamo che non ci sia nessuna scuola in cui non ci sia la presenza di un giovane del Pd e un esponente della nostra comunità. Oscar Wilde ha detto: ‘La nuova generazione è terribile, mi piacerebbe tanto farne parte‘. Non potete cullarvi nella lamentazione, nel disimpegno, nel dire che non funziona niente. State nei social e portateci il Pd ma state anche nella comunità reale”

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Vittorio, 71 Feste de l’Unità come volontario

Essere nella realtà, agire con la testa e con le mani, lavorare insieme per un progetto comune, è questo il senso dell’appartenenza al PD. Spiega Renzi: “Siamo orgogliosi della presenza di una squadra su questo palco. Ci sono i ministri, cui va la nostra gratitudine, il nostro affetto. Ma c’è qualcosa di più, ci sono i maestri, come Vittorio, 71 feste dell’Unità, che insegna a tutti noi cos’è il servizio, la generosità”.

Sì, perché Vittorio, ex partigiano e decine di feste de l’Unità come volontario, è lì in maglietta rossa, accanto a Renzi, e con lui tanti giovani. E’ in questa immagine, bellissima e vera, che sta tutta la forza di una rivoluzione: quella di persone perbene, umili e forti, normali e capaci di grandi gesti, capaci di soffrire, sacrificarsi ma anche vincere. Sudore e cicatrici, come con coraggio riconosce Renzi: “Ho nascosto sudore e qualche cicatrice. Qualche volta l’ho fatta troppo facile, si correva per fare una riforma dietro l’altra. Ma una cosa anche ho capito: l’Italia si può cambiare e, se non la cambiamo noi, non la cambierà nessuno“. (gio.bel.)
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