Negozi aperti. Due contributi alla discussione



Oggi, a qualche giorno di distanza dalle polemiche sui negozi aperti a Pasqua e consci che tali sitazuoni si riproporrano fra pochi giorni (25 Aprile, 1 Maggio), vi proponiamo due contributi tratti da l'Unità.tv.

Negozi aperti la domenica. Perché no

Un ripensamento del mondo del lavoro è necessario per sintonizzarci con il mondo che cambia ma è giusto farlo non dimenticando di mettere al centro la persona e loro esigenze primarie


Negozi aperti h24, 7 giorni su 7 e 365 giorni l’anno. Chi non si sente rassicurato dal fatto di poter comprare il latte anche la domenica di Pasqua, andare in palestra di notte o correre in un centro commerciale il giorno di Natale per gli ultimi regali mancanti? Ormai questa è diventata la realtà in Italia. Ma ci siamo mai fermati a pensare quanto tutto questo ci costa?

Non stiamo parlando in termini economici, di occupazione e introiti per gli esercizi commerciali ma esclusivamente dal punto di vista del benessere individuale o familiare. Spesso la nostra visione “consumistica” ci fa dimenticare che c’è dell’altro e le ripercussioni sociologiche ( e sociali) si sono già fatte sentire.

Com’è lontano il tempo in cui le famiglie usavano il weekend per riposare insieme e godersi il proprio (meritato) tempo libero. Si dirà che il mondo è cambiato ma rimane la nostalgia per un Paese in cui la domenica e le festività tutti gli esercizi commerciali rimanevano chiusi per rispettare il valore di una festa e godere del riposo dopo una settimana di lavoro.

Oggi tutto quello che era normalità è diventato un privilegio. Anche avere del tempo da condividere. E se è vero che il mondo occupazionale, la società e l’idea di famiglia tradizionale come la conoscevamo fino ad oggi sono profondamente cambiati, siamo sicuri che l’unica strada percorribile sia quella che mortifica e svilisce noi stessi?

Guardiamo al nord Europa, paladini dei diritti e scopriremo che il dibattito è apertissimo. In Svezia così come in Norvegia o in Olanda i datori di lavoro stanno sperimentando settimane lavorative di 6 ore al giorno. L’idea è quella di dare al lavoratore più tempo per se stesso, per la propria famiglia, per la cura dei figli ma anche per fare sport o andare a teatro. L’imperativo è quello di aumentare il benessere fisico e psichico dei propri dipendenti per creare una società migliore e più soddisfatta: un’utopia in Italia?

Un ripensamento del mondo del lavoro è necessario per sintonizzarci con il mondo che cambia ma è giusto farlo non dimenticando di mettere al centro la persona e loro esigenze primarie.

Cominciamo da qui, cominciamo a rivendicare il nostro benessere prima di tutto. E scopriremo che a beneficiarne sarà anche la produttività.

Negozi aperti la domenica. Perchè sì

Centri commerciali e supermercati aperti la domenica? Basta osservare e ci si accorge che sono pieni di clienti: questi servizi hanno risposto a una esigenza

Il mondo cambia e lo fa velocemente. E allora perché siamo ancora così legati ad alcuni retaggi del passato? I lavoratori che fanno turni anche nel weekend sono moltissimi e mi chiedo come mai ancora susciti sdegno in Italia l’apertura domenicale di negozi e supermercati.

In tutto il mondo, in tutte le grandi capitali, esistono ormai da anni esercizi aperti ininterrottamente, a volte anche ventiquattrore su ventiquattro. Forse perché il nostro è un Paese cattolico e la Chiesa è in prima linea in questa battaglia? O forse perché si pensa che in questo modo sia minata l’unità familiare?

Sicuramente il mondo del lavoro e i suoi ritmi sono cambiati profondamente. Solo una generazione fa la famiglia era abituata al pranzo tutti insieme. Oggi ad avere questa opportunità sono in pochi, ma non per questo le famiglie si disgregano. Invece, fare la spesa per chi lavora l’intera settimana è un servizio essenziale.

E’ la mentalità provinciale dell’Italia quella che deve cambiare. Nel mondo avanzato, i negozi sono aperti 7 giorni su 7 e quando c’è festa sono aperti ancora di più. Si chiama libertà: la libertà di comprare un litro di latte senza fare un’ora di fila alla cassa perché oggi è sabato e qualcuno ha stabilito che domenica bisogna “riposare”.

Fermo restando i diritti dei lavoratori e i loro riposi come da contratto, le aperture domenicali comportano sicuramente un maggior profitto da parte delle aziende che, invece di essere costrette a licenziare, potrebbero essere obbligate ad assumere nuovo personale e quindi ad avere un numero maggiore di posti di lavoro. Inoltre in questa società siamo sempre in debito di tempo: le ore della giornata non bastano mai e rimangono sempre molte cose da fare per il giorno dopo.

Perciò lavorare la domenica non è detto sia solo un sacrificio. E’ anche un’opportunità. E’ un festivo e va pagato come tale. E magari si può avere la libertà di accompagnare un figlio a nuoto o a lezione di musica in mezzo alla settimana. Senza contare che questo sistema potrebbe favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

Comunque per chi avesse ancora dubbi, la risposta ci viene data dai fatti. Basta però guardare i centri commerciali e i supermercati aperti alla domenica e accorgersi che sono pieni di clienti: questi servizi hanno risposto a una esigenza.

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