Non più donne uccise o maltrattate. Rompiamo il silenzio.
Non si può stare zitti dopo l’ennesimo femminicidio ad opera dell’ex fidanzato di Sara e dopo l’ultima violenza perpetrata sulla donna incinta cui il proprio compagno ha fatto bere una bibita contenente della soda caustica.
Sara aveva 22 anni e una sola “colpa”: aver voluto lasciare il proprio fidanzato che l’ha poi aggredita fino alla morte e data alle fiamme.
E’ morta ancora una volta una donna per mano di un uomo che diceva di amarla, per mano di un uomo che confonde amore con possesso, che non sa gestire la propria aggressività, che non sa accettare di essere lasciato.
Tutte le donne devono avere il coraggio di non stare più zitte al primo attacco aggressivo, fisico, verbale o psicologico, da parte del loro partner o marito o fidanzato; non devono più pensare che “tanto è stato un momento di debolezza” che non si ripresenterà più, perché invece si ripresenterà ancora e con maggiore violenza.
L’incapacità di contenere le proprie pulsioni distruttive non si placa se non opportunamente trattata dagli specialisti, psichiatri e psicologi.
La capacità di vedere l’altro come un essere da rispettare e non da possedere come un oggetto non si inventa da un momento all’altro. E’ frutto di apprendimento fin dalle prime relazioni affettive con i propri genitori, è frutto di imitazione dei comportamenti degli adulti. Ma se questo apprendimento non ha avuto luogo o se addirittura si è appreso il contrario, gli adulti si devono interrogare seriamente.
In ogni caso, non bastano una richiesta di perdono o un mazzo di fiori o la promessa di cambiare per pensare che mai più si ripresenteranno i comportamenti violenti.
Bisogna subito avere il coraggio di parlare e di denunciare.
Bisogna che non chiudiamo gli occhi davanti a qualunque gesto di violenza.
Bisogna che non ci sia più indifferenza di fronte alle grida di aiuto che una giovane donna di 22 anni, in una notte, ha lanciato ai passanti, perché forse anche una sola telefonata alle forze dell’ordine avrebbe potuto salvarla.
Uniamoci tutti, allora, all’esposizione del telo rosso fuori dalla nostra finestra, come ha fatto Laura Boldrini dalla finestra del suo ufficio alla Camera,
non un solo giorno ma 365 giorni all’anno.
Melina Martello