I femminicidi non spengono solo le donne ma anche i figli: qual è il compito della Politica ?


Solo pochi giorni fa avevo commentato il triste evento dell'uccisione di Sara da parte del suo ex
fidanzato, reo confesso. 

E ora devo constatare che in dieci giorni sono stati ben 4 i femminicidi in Italia, quasi 1 ogni due giorni: la cronaca ne parla, l'indignazione cresce, ma poi tutti torniamo alle nostre attività e alla nostra vita, pensando forse che prima o poi finirà questa emergenza.

No, non è cosi. Nulla avviene per magia o per caso.
Non cambiano per magia i comportamenti patologici e ossessivi degli uomini la cui crescita psico affettiva è rimasta ai primi stadi evolutivi; non migliora all'improvviso la capacità delle donne di uscire dalla trappola che viene loro tesa quando l'uomo che le maltrattava chiede un ultimo
appuntamento o fa promesse che mai manterrà.
E dei figli che assistono alle scene di violenza o che rimangono orfani della madre e con il padre in
carcere chi si occupa?

Chi si occupa dei traumi che subiscono e degli apprendimenti sbagliati cui sono sottoposti con le scene di violenza e maltrattamenti o addirittura assistendo all'uccisione della propria madre?

Sono eventi devastanti per la fragile psiche di un minore, di un figlio che ha bisogno di protezione e fiducia nell'adulto. Chiara (nome di fantasia di una bambina di 5 anni), dopo aver assistito anni fa
alla morte della propria madre ad opera del padre, è stata adottata assieme alla sorella da una coppia che le ha riempite d'amore, ma Chiara per tre anni non ha più parlato. Si è chiusa in un mutismo, segnale dell'enorme peso che portava dentro e della difficoltà ad espellerlo per vivere una nuova.

Tre anni sono stati necessari perché l'amore dei genitori adottivi e l'aiuto di una psicologa le permettessero di parlare e di raccontare per una notte intera l'orrore cui aveva assistito.

Da lì ha ricominciato a vivere fino poi a sposarsi e avere dei figli. Per molti altri non è così, perché rimangono imbrigliati nel trauma pregresso o, a loro volta, diventano aggressivi da adulti.
Dei femminicidi (ma anche dei maltrattamenti fisici, verbali, psicologi), degli uomini maltrattanti, dei minori che sono vittime inermi non possiamo più non occuparci.

Tocca a tutti farlo, a ciascuno di noi che vede un minore in pericolo, ai media che non devono più descrivere i femminicidi come eventi scaturiti dalla passione o dal troppo amore, alle scuole che devono inserire validi programmi per una corretta educazione sentimentale e del rispetto di genere, alla società tutta che deve ribellarsi ad una cultura ancora troppo spesso basata sul potere maschile.
A tutti coloro che credono in un rapporto di coppia paritario e non in cui l'uno debba essere sottomesso all'altro.

Tocca, infine, alla Politica che deve essere in grado di investire tempi e risorse economiche adeguati per combattere con forza e con tutti i mezzi necessari la violenza di genere.
La ministra Boschi ha affermato che su incarico del governo sta lavorando una commissione per esaminare i progetti di contrasto alla violenza di genere, con uno stanziamento di 12 milioni.

Bene, molto bene, ma anche a Brugherio sono in atto progetti appositi, 
come diremo prossimamente.

Melina Martello
Presidente del Consiglio comunale

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