Taddei: "Il reddito minimo di Grillo è solo propaganda"

Filippo Taddei  taddei


«È propaganda mi sembra chiarissimo».Filippo Taddei, responsabile economico del Partito democratico e consulente del governo Renzi («a titolo gratuito, ricordalo») respinge al mittente la proposta del Movimento 5 stelle, lanciata da Beppe Grillo in un’intervista al Corriere della Sera .

L’idea è quella di un reddito minimo garantito, che ha subito ottenuto il via libera dei vendoliani di Sinistra Ecologia Libertà e del deputato di minoranza dem Giuseppe Civati , che da tempo hanno una loro proposta sul tema.

Taddei, ai tempi della campagna per le primarie, proprio di Civati era il consigliere economico, ma sulla proposta di Grillo preferisce tenere i piedi per terra: «Non è praticabile, salvo che Grillo non intenda varare una patrimoniale permanente e altre nuove tasse per finanziarlo» dice all’Espresso, «e in questo momento, mentre cerchiamo di attirare investitori dall’estero, nulla ci sarebbe di più sbagliato che una patrimoniale» 

«Propaganda» dice lei, Taddei, della proposta del Movimento 5 stelle sul reddito minimo garantito, perché?

«Perché le proposte politiche si valutano non solo sulle intenzioni, che sono ovviamente buone. Il fine dichiarato da Grillo, la lotta alla povertà, è nelle corde del Partito democratico: l’obiettivo di arrivare a una forma di reddito minimo, al completamento del welfare, è del Partito democratico. Lo è almeno finché sarò io il responsabile economico. Però, stando al governo, dobbiamo valutare la fattibilità delle proposte e non solo i desideri. E questa proposta non è praticabile».

Grillo però ha indicato alcune coperture. Parla di tagli alla spesa, soprattutto.

«Strano, perché ogni volta che noi abbiamo proposto tagli alla spesa i 5 stelle si sono detti contrari affermando che i tagli portano nuove tasse. Si sono opposti anche quando abbiamo tagliato 5 miliardi a ministeri e 6 agli enti locali per finanziare gli 80 euro».

Grillo parla di tagliare i fondi per le spese militari e quelli per la formazione.

«Segnalo che tagliare i fondi per la formazione è parecchio rischioso: non ci lamentiamo continuamente che non ci sono fondi per ricollocare i lavoratori? Insomma, tra dare il pesce all’affamato e insegnare allla gente a pescare, noi preferiamo la seconda. E comunque non basterebbe».

Infatti Grillo propone anche una patrimoniale.

«Per questo dico che bisogna andare nel merito della sua proposta. Grillo sta proponendo di finanziare una spesa che diventerà corrente - mica vorrà dare il reddito minimo per un solo anno, no? - con una tassa straordinaria. Non regge, salvo che non intenda rendere permanente una tassa patrimoniale. Ma fare il reddito minimo ha senso solo se lo fai recuperando le risorse dalla spesa, non aumentando la pressione fiscale che è già elevata: una cosa che si poteva fare l’abbiamo fatta ed è l’Asdi, l’assegno sociale di disoccupazione, che è uno strumento di sostegno non assicurativo».

Non si potrebbe fare una nuova tassa per finanziare una redistribuzione? 

«Ripeto: l’intento è molto bello, ma non si può. Personalmente, anzi, penso che in questo momento, anche solo parlare di una tassa patrimoniale, sia sbagliatissimo».

Perché? 

«In questo momento è rischioso evocare una patrimoniale perché, nel momento in cui chiediamo di investire in Italia anche agli stranieri, non c’è nulla che spaventi di più. In Italia mancano gli investimenti e se non recuperi quelli, il reddito minimo da solo non basta. È certo un elemento di giustizia, un argine alla povertà ma non fa ripartire il paese».

Non pensa quindi che i nuovi toni di Grillo siano costruttivi? 

«Io penso che i 5 stelle debbano decidere se voglio cambiare il paese o fare solo opposizione. A me pare che non sia cambiato molto, rispetto a ieri. Fare una proposta che è impossibile non condividere ma che non è credibile, è semplicemente una provocazione».

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