Il nuovo Ministro degli Esteri dell'UE



Sabato l'assegnazione delle nomine dell'Unione Europea hanno sancito la scelta di Federica Mogherini ad alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, il cosiddetto “Ministro degli Esteri” dell’UE.  
Una nomina controversa per quella che veniva definita l'inesperienza della Mogherini in ambito internazionale e per una presunta indulgenza verso la Russia, guidata dagli interessi economici Italiani in quel paese, in un periodo di grande tensione per le note vicende in Ucraina.

Oggi in un'ampia intervista sul Corriere la stessa Mogherini fa il punto sugli impegni che il nuovo ruolo prevede:  

«Il compito dell`Alto Rappresentante per la Politica estera è quello di indicare ai partner alcune linee strategiche e su quella base cercare un consenso europeo, che dia alla Ue la forza per giocare un ruolo influente nel mondo. Credo ci sia un grande spazio per l`Europa in politica estera: mai come adesso tutte le sfide cruciali per la stabilità globale si concentrano nell`area europea, a Est, nel Mediterraneo e nel Medio Oriente. E mai come adesso c`è stata una domanda d`Europa per risolvere le crisi o per prevenirne altre in futuro. E una questione di volontà politica, non di capacità o di strumenti che esistono. Bisogna lavorare per tradurre in atto questa potenzialità». 
E sulla questione Ucraina: 
«E interesse dell`Ucraina, dell`Europa e della Russia che la crisi abbia una soluzione politica e non una soluzione militare, che semplicemente non esiste. Ma ogni volta che si sono gettate le premesse per un`intesa, gli sviluppi sul terreno l`hanno smentita. Putin non ha mai rispettato gli impegni presi in diversi contesti, a Ginevra, in Normandia, a Berlino. Ha sprecato l`opportunità di dare una svolta, esercitando la sua influenza sui separatisti, in occasione dell`abbattimento dell`aereo malese. La distanza tra impegni e comportamenti concreti è stata enorme. Ora c`è questo nuovo sviluppo che metterebbe ulteriormente in discussione l`integrità territoriale, la tenuta stessa del Paese. Per me in questa fase è essenziale sostenere il principio che un Paese possa scegliere l`opzione europea senza per questo danneggiare o minacciare la Russia. E una scelta positiva, quella della strada europea. E così dev’essere percepita. Con questa idea abbiamo costruito l`idea di partnership con Mosca. Oggi, per volontà di Putin, quella partnership non c`è più: la Russia in questo momento non è più partner strategico, ma rimane strategica del nostro continente. E interesse di tutti che Paesi che condividono uno spazio geografico cooperino e lavorino insieme. Ma non è ciò che sta succedendo. Le azioni russe vanno in senso opposto: aggressione militare, provocazioni. Ripeto, la diplomazia non ha alternative e le sanzioni sono uno degli strumenti a disposizione di questa politica. Ma devono far parte di una strategia complessiva, che forse a volte è mancata. Il punto è se l`efficacia che le sanzioni stanno dimostrando di avere sull`economia russa producano comportamenti razionali nella sua leadership. In questa fase il Cremlino agisce contro gli interessi del suo popolo».  

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