Riassetto delle province. Cosa cambia
Approvata la legge 1542-B, dalla prossima settimana diventa operativo il primo grande progetto di riforme del Governo Renzi.
Dopo molte parole si avvia infatti una riforma degli enti locali, da molti auspicata. Cerchiamo qui di rispondere ad alcune delle polemiche sorte, attraverso l'aiuto dei suggerimenti offerti da Daniela Gasparini, deputato del Partito Democratico.
a) SI CANCELLANO DAVVERO LE PROVINCE?
Con questa legge si evita che per altri 5 anni, con il voto di maggio, sia congelata la riforma costituzionale che prevede la cancellazione definitiva delle Province. Riforma già depositata dal Governo per iniziare l’iter parlamentare. Con l’approvazione della legge, il 25 maggio, non si terranno più le elezioni per i consigli e presidenti provinciali. Il primo effetto immediato sarà quindi l’abolizione, da subito, del livello politico provinciale. In altre parole più di 700 assessori smetteranno di esercitare le loro funzioni, così come 2.700 consiglieri provinciali.
NO, non è vero... a rappresentare, nel secondo livello, gli interessi della popolazione e della comunità saranno sempre i Consiglieri Comunali e i Sindaci, che sono la principale e più democratica espressione amministrativa del nostro Paese. E i Sindaci saranno chiamati a rappresentare le comunità, non in ragione della loro appartenenza politica, ma in ragione della loro appartenenza territoriale. Questo è il grande cambiamento di questa legge.
3. MA TUTTO QUESTO FA RISPARMIARE?
SÌ, si risparmia perché si rende più snella ed efficiente la pubblica amministrazione ma anche perché con questa legge si riconosce la dimensione di AREA VASTA, come unico ente intermedio tra Comune e Regione. Questo significa che nei prossimi tempi dovranno essere cancellati 5mila enti intermedi. Inoltre la legge prevede il riordino dell’organizzazione periferica della Pubblica Amministrazione, (Prefetture, Provveditorati agli studi, etc.) che dovranno essere modellati su dimensioni più coerenti. Si stima una forte riduzione di spesa determinata dalla gestione dei beni servizi su scala metropolitana e quindi economie di scala che si valuta siano di oltre 1 miliardo di euro di risparmio.
NO, perché i comuni debbono rideterminare gli oneri per assicurare l’invarianza della spesa che dovrà essere attestata dai revisori dei conti. A pari costo per il bilancio comunale, la rappresentatività nei consigli comunali fino a 10.000 abitanti sarà maggiore.
Infine, sottolineo la grande sfida per le Città Metropolitane e, tra queste, Milano in particolare. Con questa legge inizia un percorso molto entusiasmante che prevede decreti attuativi e nuove leggi (in primis quella elettorale e quella su autonomia finanziaria).
E' possibile scaricare da questo link delle slide fornite dalla dep. Daniela Gasperini che spiegano bene le modifiche in corso.