Quello che è successo in Ucraina


Dopo una settimana di violenze efferate, che hanno causato 77 morti e centinaia di feriti, l'Ucraina ha emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente Viktor Janukovič. Nelle ultime 72 ore sono cambiate molte cose, alcune parecchio inaspettate.
Dalla liberazione dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko, alle elezioni anticipate per il 25 Aprile, fino alla fuga di Janukovič e alla nomina di un nuovo presidente ad interim, Oleksander Turchinov, molto vicino a Tymoshenko e di orientamento filo-europeo. 

Per riprendere il filo di quanto successo riprendiamo i convulsi momenti chiave della crisi Ucraina sono stati ricostruiti dalla Bbc e ripresi in Italia da Internazionale.

  • 14 febbraio: grazie a un’amnistia 234 manifestanti arrestati a dicembre vengono rilasciati.
  • 16 febbraio: i manifestanti lasciano il municipio di Kiev, occupato il 1 dicembre, e altri palazzi del governo nella regione.
  • 18 febbraio: almeno 18 persone, tra cui sette poliziotti, vengono uccise. I manifestanti riprendono il controllo del municipio. Le forze dell’ordine circondano piazza Indipendenza, dove rimangono circa 25.000 contestatori.
  • 20 febbraio: nonostante la tregua dichiarata dal governo, gli scontri non si fermano. Il numero delle vittime sale a 77. Secondo alcuni testimoni i poliziotti e anche alcuni cecchini sparano contro i manifestanti. I ministri degli esteri di Germania, Francia e Polonia partono per Kiev per incontrare il presidente Janukovič. Anche la Russia manda un rappresentante diplomatico.
  • 21 febbraio: Viktor Janukovič firma un patto con i leader dell’opposizione. L’accordo prevede la formazione di un governo di unità nazionale, il ritorno alla costituzione del 2004 (che limita parzialmente i poteri del presidente) e le elezioni anticipate. Alle trattative partecipano anche i ministri degli esteri di Francia, Germania e Polonia e il rappresentante diplomatico russo.
    In piazza nel frattempo proseguono gli scontri. Nell’ovest del paese i manifestanti continuano a occupare i palazzi del governo.
  • 22 febbraio: i manifestanti occupano il palazzo del governo senza incontrare resistenza. I leader dell’opposizione chiedono elezioni anticipate. Il presidente Janukovič fa perdere le sue tracce e secondo indiscrezioni è scappato a Kharkiv, nel nordest del paese. Il parlamento vota la sua decadenza, e convoca le elezioni anticipate per il 25 maggio.
    Janukovič va in televisione e denuncia il “colpo di stato” contro il suo governo. La leader dell’opposizione Julia Timoshenko viene liberata dal carcere e torna a Kiev. Era in prigione dal 2011.
  • 23 febbraio: il parlamento nomina lo speaker dell’aula, Oleksandr Turčinov, presidente ad interim. Turčinov, alleato di Julia Timoshenko, stabilisce che entro il 25 febbraio il parlamento dovrà formare un governo di unità nazionale.
  • 24 febbraio: il ministro dell’interno ucraino, Arsen Avakov, annuncia che è stato emesso un mandato d’arresto per il presidente Viktor Janukovič e altri funzionari pubblici. Sono accusati di aver commesso una “strage di cittadini innocenti”.

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