We are far from impotent


Nel Regno Unito un'indagine commissionata dal Guardian ha rilevato che in questo momento i britannici sono apatici nei confronti della politica e dei politici, infuriati nei confronti della classe politica e delle promesse non mantenute.
I cittadini non si sentono affatto comprensivi verso i politici, anche nel caso in cui riescano a capire le difficoltà che questi possono attraversare nel loro lavoro.

L'indagine di Ilvo Diamanti per Demos, ricalcano questa situazione.

 Adam Lent, capo di un gruppo di ricerca alla Royal Society for the encouragement of Arts, ha offerto un valido contributo sulle possibili ragioni della rabbia dei cittadini britannici.

I dati, dal punto di vista del caso britannico, non sono molto dissimili da quanto rilevato almento sette anni prima, ma evidenziano che chiunque si decida ad occuparsi di politica dovrà armarsi di pazienza perché  verrà sempre disprezzato dal cittadino medio.

Dall'altro la democrazia rappresentativa, come la conosciamo, necessita di nuovi stimoli per rinnovarsi, anche se i suggerimenti che arrivano fino ad adesso paiono piuttosto superficiali e limitati (su questo ci siamo interrogati qualche settimana fa e riproponiamo il quesito ai nostri concittadini lasciando aperto il dibattito).

Polly Toynbee, editorialista del Guardian, ha allargato il dibattito rivolgendosi, come noi, soprattutto ai cittadini stessi invitandoli a condividere, con politici e partiti, le responsabilità di questa profonda sfiducia. Non coerenti con le loro aspettative e preferenze, gli elettori amano i deputati schietti, scrive Polly, ma preferiscono l’unità del partito. Amano l’onestà, ma preferiscono chi giudicano più capace e migliore in tempo di crisi. E, aggiunge, nessuno chiede loro di informarsi meglio sulle cose che sono per loro davvero importanti, lamentarsi non porta lontano senza una partecipazione attiva (e informata).

Dal nostro punto di vista il primo passo lungo questo percorso di comprensione passa attraverso l'ascolto delle esigenze dei cittadini nella scoperta di nuove forme di mobilitizione e coinvolgimento che passi attraverso una forma nuova di partecipazione politica.

(da un post del blog di Pippo Civati)

Mauro Caruso


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