Le prime idee del piano lavoro del Pd

 
Dopo le indiscrezioni delle ultime settimane, sono comparse oggi sul sito di Matteo Renzi le prime bozze del tanto atteso Job Act (un termine che, con tentazioni esterofile, deriva dal piano proposto da Barack Obama nel 2011), il piano lavoro proposto dal PD che dovrebbe racchiudere e semplificare tutte le regole che attualmente esistono relative al mercato del lavoro, e che sia comprensibile anche all’estero. 

Renzi ha spiegato che gli spunti inseriti nella enews sul Jobs Act saranno inviati giovedì 9 gennaio ai parlamentari, ai circoli e agli addetti ai lavori per critiche, osservazioni e eventuali integrazioni. La settimana prossima la proposta verrà arricchita con le osservazioni ricevute e il 16 gennaio verrà discussa dalla direzione del Partito Democratico.  

Leggendo dal sito del Segretario l’obiettivo è creare posti di lavoro, rendendo semplice il sistema, incentivando voglia di investire dei nostri imprenditori, attraendo capitali stranieri.

Nello specifico le prime regole proposte prevedono: 
  1. Semplificazione delle norme. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero. 
  2. Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti.
  3. Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro. 
  4. Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell’erogazione deve essere l’effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance. 
  5. Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali. 
  6. Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende.
Su questi spunti, nei prossimi giorni si aprirà la discussione,e saranno accolti gli stimoli e le riflessioni di addetti ai lavori e cittadini (alla mail matteo@matteorenzi.it), per arrivare al vero e proprio Jobs Act.

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