Come cambia il finanziamento pubblico ai partiti

Abolita oggi per decreto legge (DL) il sistema dei rimborsi elettorali ai partiti.

Dal Post.it:
Il nuovo meccanismo prevede che siano i singoli cittadini a decidere se dare un contributo o meno ai partiti politici, a differenza dell’attuale che attribuisce un rimborso sulla base dei voti ottenuti alle elezioni. Il contributo potrà essere dato attraverso la dichiarazione dei redditi attraverso un’opzione del “2 per mille”. Letta ha chiarito che il sistema “non frega il cittadino” perché se non viene indicata la scelta alla voce del contributo, il “2 per mille” viene normalmente attribuito allo Stato. È prevista inoltre la possibilità di fare donazioni con contribuzioni volontarie e defiscalizzate.

Il meccanismo è interessante perché delega ai cittadini la possibilità di scelta sul finanziamento ai partiti.

Sta di fatto però che i soprusi commessi dalle ultime classi dirigenti del paese hanno sortito l'effetto di rendere non giustificabile un sistema di finanziamento pubblico dei partiti che in qualsiasi altra parte del mondo è garanzia per una democrazia, perché una sua assenza renderebbe la politica strettamente correlata a poteri economici dai quali dovrebbe essere disgiunto (le famose lobby americane, se vogliamo fare l'esempio più noto)

Ad inseguire il populismo non sempre si trova una soluzione così lungimirante, di cui sicuramente avremo modo di lamentarci in futuro.



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