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Come cambia il finanziamento pubblico ai partiti

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Abolita oggi per decreto legge (DL) il sistema dei rimborsi elettorali ai partiti. Dal Post.it: Il nuovo meccanismo prevede che siano i singoli cittadini a decidere se dare un contributo o meno ai partiti politici, a differenza dell’attuale che attribuisce un rimborso sulla base dei voti ottenuti alle elezioni. Il contributo potrà essere dato attraverso la dichiarazione dei redditi attraverso un’opzione del “2 per mille”. Letta ha chiarito che il sistema “non frega il cittadino” perché se non viene indicata la scelta alla voce del contributo, il “2 per mille” viene normalmente attribuito allo Stato. È prevista inoltre la possibilità di fare donazioni con contribuzioni volontarie e defiscalizzate. Il meccanismo è interessante perché delega ai cittadini la possibilità di scelta sul finanziamento ai partiti. Sta di fatto però che i soprusi commessi dalle ultime classi dirigenti del paese hanno sortito l'effetto di rendere non giustificabile un sistema di finanziament

SOLO IL PD E LE AUTONOMIE LOCALI PRATICANO LA TRASPARENZA

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Il 16 gennaio, in piena campagna elettorale, il Parlamento ha approvato la legge che prevede che o gni quadrimestre ciascun gruppo deve pubblicare in rete "gli estremi dei mandati di pagamento, assegni e bonifici bancari" della sua attività politica. Ad oggi, secondo  l'inchiesta del settimanale L'Espresso , solo il Partito Democratico e i partiti autonomisti hanno adempiuto. Non hanno pubblicato il PDL, la Lega, Scelta Civica, e anche i 5stelle, che tanto su questo punto hanno calcato in campagna elettorale, oltre ad aver tenuto banco per settimane con le polemiche sugli scontrini da rendicontare. Sicuramente l'inchiesta giornalistica esorterà le grillo, berlusconi, monti e bossi a darsi una mossa; intanto, registriamo come si sia dovuto mettere il dito nella piaga, prima di avere notizie in tal senso da queste forze politiche. "Per il PD la trasparenza è una cosa seria non uno slogan buono solo da gridare nelle piazze", ha dichiarato  Anton

Il finanziamento pubblico ai partiti e la qualità della politica

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In questi giorni, a ragione, si parla molto di finanziamento pubblico ai partiti e della qualità della politica. Pippo Civati , ex consigliere regionale della Lombardia dal 2005 al 2013 e neo deputato alla Camera per il Partito Democratico, a tal proposito ha chiesto un parere a Nunzia Penelope , che ha scritto un libro bellissimo e parecchio attuale che s’intitola Ricchi e poveri . Vi proponiamo la risposta di Nunzia Penelope che offre molti spunti di riflessione, - Premessa: io credo che la politica debba avere un finanziamento pubblico, altrimenti si lascia mano libera alle lobby e si incentiva ulteriormente la corruzione. Ma mi rendo conto che sono tra i pochissimi a pensarla così. E del resto, lo slogan di Grillo “se togli i soldi alla politica, resta solo la passione”, funziona e fa presa. Piace anche a me. Ma andiamo con ordine. - L’idea del 4 o 5 per mille ai partiti era stata tentata già nel 1997 (senza indicare il nome di un preciso schieramento) ma si