Antifascismo. Una discussione in corso a Monza


Giovedì un amico mi aveva invitato ad accompagnarlo a Monza al Consiglio comunale perché interessato ad Mozione Antifascista ma per impegni personali ho rifiutato.
Oggi, approfittando del bel tempo e dei compiti già terminati, mi sono messo sul balcone ad informarmi su questa mozione ho scritto questo post perché per informarvi sulle discussione, che riguarda Brugherio direttamente.

Alessandro Gerosa, consigliere di SEL a Monza, giovedì sera in Consiglio Comunale ha presentato una mozione dal titolo Misure da attuare contro ogni neofascismo e contro ogni manifestazione di discriminazione. All'interno di questa è contenuto un dossier, opera dell'Osservatorio Antirazzista sulle nuove destre di Brugherio, in cui sono addirittura contenuti nomi, cognomi e professioni degli appartenenti ai gruppi politici di Lealtà Azione, Forza Nuova e Casa Pound.
Questa mozione, i quali firmatari sono ANPI, ANED, ARCI, Scuotimento, Giovani Comunisti, Rifondazione Comunista, SEL, PD, Comitato beni comuni, Comunisti italani, Partito Comunista dei Lavoratori e altre realtà ed associazioni culturali, politiche e studentesche della città di Monza, nasce da un'appello cittadino in seguito ad aggressioni e intimidazioni avvenute in città.
La richiesta di Gerosa alla giunta è quella di prendere provvedimenti in modo da impedirne l’agibilità politica (ad esempio vietando la possibilità di organizzare gazebi di propaganda).
Immediata la risposta degli avversari, primo su tutti Massimiliano Meloni, coordinatore provinciale Monza e Brianza de La Destra che giudica "una condotta inaccettabile" quella di Gerosa. «Ha decantato una lista in pieno stile “anni di piombo” con tutte le generalità degli esponenti di Lealtà e Azione. L’associazione, con cui in passato abbiamo collaborato – spiega Melone - va tutelata come qualunque altra realtà di volontariato e non certo ghettizzata per il suo orientamento politico. Non sono così lontani i tempi in cui i nostri ragazzi subivano agguati, pestaggi ed atti di intimidazione a tutti i livelli e riportare su questo piano il confronto politico è un atto di irresponsabilità che non può essere scusato dalla giovane età o dalla scarsa esperienza politica di Gerosa. Chiediamo a gran voce le immediate dimissioni di Gerosa e le doverose scuse da lui e dal suo gruppo. Gerosa dovrebbe solo vergognarsi, se vuole ora può inserire anche il mio nome nella sua lista da “teatrino antifascista”».
A lui si è aggregato anche Cristiano Puglisi, presidente del circolo di Monza di Noi di Destra, che commenta così la proposta di Gerosa: «Il consigliere Gerosa con questo atto vergognoso si rende responsabile di un palese tentativo di incitazione alla violenza assolutamente irresponsabile. Questa gente, la gente di Lealtà Azione, è gente rispettosa che non ha mai causato problemi. Si prenda le proprie responsabilità. Molti tra i nostri cittadini in questo particolare momento storico sono stanchi, demoralizzati e privi di ogni speranza e non tutti sono disposti ad accettare ancora a lungo questo tipo di provocazioni senza reagire. Ma è chiaro che per chi vive con le fette di salame dell’ideologia sugli occhi questo non è abbastanza evidente».
Gerosa, dopo essersi messo in tasca le dure critiche risponde: «La Mozione antifascista presentata in Consiglio Comunale è sorta sulla base di un appello condiviso da moltissime realtà associazionisti che e partitiche del territorio ed è stata firmata da molti Consiglieri Comunali di maggioranza e opposizione. Lo scopo dichiarato è quello di impedire che anche a Monza possano proliferare incitamenti all’odio ed episodi di intimidazioni fisiche gravissime come quelle ai danni dei migranti al sottopasso Rota-Grassi. Non posso che smentire categoricamente chi mi ha affibbiato nostalgie degli anni di piombo, di agguati e di morti, in quanto sono concetti quanto più distanti dalla mia storia e cultura politica. Rivendico invece orgogliosamente di essere parte di una mobilitazione antifascista monzese che si rifà ai valori della Cultura, della Democrazia, della Costituzione. Inoltre sottolineo come nel mio intervento, che è pubblico e visibile a tutti sul sito del Comune, non abbia citato alcun nome e cognome, ma abbia semplicemente comunicato di aver consegnato ai consiglieri comunali per conoscenza un dossier realizzato dall’Osservatorio Democratico di Brugherio, pubblicato online da tempo e già uscito sugli organi di stampa locali».
Simone Castelli

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