No alla globalizzazione dell'indifferenza.


Questa mattina un barcone di persone proveniente dalle coste dell'Africa del nord si è rovesciato nei pressi di Lampedusa. 
Un barcone di quindici metri, con a bordo circa cinquecento persone si è rovesciato dopo un incendio provocato probabilmente da un cortocircuito. In soccorso ai naufraghi, oltre alla Guardia Costiera, sono arrivati quattro pescherecci. I primi 120 superstiti hanno raggiunto Lampedusa ma un po' più in là, al largo dell’isola, ancora un centinaio di persone si trova in acqua.
Ma circa ottantadue persone non ce l’hanno fatta. I loro corpi sono stati recuperati, ma il numero è continuato a salire durante tutta la giornata.
"Fatto punto su immane tragedia di Lampedusa con Alfano e vertici ministero che si recheranno subito sul luogo disastro per i primi interventi" scrive il premier Enrico Letta su Twitter; ad andare sull'isola sarà Ministro degli Interni.

Neanche una settimana fa tredici persone erano annegate nella costa davanti a Ragusa. Questa tragedia va avanti ormai da decenni, senza che si sia mai realmente affrontata la questione: vengono in mente le parole del Papa, "no alla globalizzazione dell'indifferenza". Per anni si è parlato solo di "respingimenti", di "aiutarli sul posto" e di "non farli partire": se da un lato è vero che spetta alla politica (di tutta l'Europa) affrontare la questione degli accessi, è vero che alla fine ci si comporta come se quello che poi succede quando rimangono là, non ci riguardasse più, perché a noi spetta solo quello di preservare il nostro (relativo) benessere; e come se fosse possibile preservarlo semplicemente alzando un muro e chiudendo gli occhi, fingendo di non vedere che sono le disparità globali quelle che fanno lentamente declinare anche l'Italia.

Il Partito Democratico ha chiesto che venisse proclamata la giornata di lutto nazionale.


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