La protesta di Roberto Giachetti contro il Porcellum

Qualche tempo fa Roberto Giachetti, deputato del Pd, ha deciso di entrare in sciopero della fame per protestare sulla mancata cancellazione del Porcellum. Sono adesso 123 giorni, ad acqua e tre cappuccini al giorno.

Vi proponiamo una sua intervista rilasciata per Alessandro Gilioli, giornalista dell'Espresso:



Contro chi digiuna, Giachetti?
«Sono ad acqua e tre cappuccini al giorno dalla mezzanotte di domenica. Ci resterò finché il Senato, intendo dire l’Aula del Senato, avrà approvato una riforma elettorale che cancelli il Porcellum, restituendo ai cittadini la possibilità di scegliere i parlamentari e garantendo dopo il voto una maggioranza chiara a chi vince: senza accordi e trattative tra forze che alle elezioni erano opposte tra loro».
Nei prossimi giorni cosa farà, a parte digiunare?
«Parteciperò a tutte quelle iniziative che appunto stanno nascendo da sole, on line e off line. Ci sarà un crescendo di mobilitazione dino al 31 ottobre, quando è prevista una maratona oratoria contro il Porcellum alla quale chiunque potrà parlare, allo store di Eataly di Roma, sull’Ostiense».
A chi l’ha attaccata nel Pd che cosa risponde?
«Mi batto contro il Porcellum da due anni, l’ho fatto anche in Parlamento e il Pd ha bocciato la mia proposta. Dopo aver promesso per anni, in tutte le sedi, di fare una riforma. Io agito bandierine? Loro agitano solo parole che si perdono nel vento. Perché a fine maggio allora non hanno votato la mia mozione?».
Già, perché?
«Perché il Pdl aveva minacciato di far cadere il governo, se fosse passata. E il Pd ha ceduto al ricatto. Prima Letta ha chiesto direttamente a me di ritirare la proposta. Io ho detto no e allora dai vertici del Pd sono partite centinaia di telefonate perché i deputati si schierassero contro la mia mozione. E così è andata. Ecco perché sono qui di nuovo a digiunare».
Nel partito, Finocchiaro e D’Attorre a parte, a questo giro come sta andando?
«Ho ricevuto l’appoggio da esponenti di quasi tutte le correnti. E dai principali candidati alla segreteria: non solo Renzi (Giachetti è della sua corrente, ndr), ma anche Civati e Cuperlo. Contro la mia iniziativa resta solo il vecchio establishment». [...]
Quanto pensa di andare avanti?«Secondo i miei calcoli prima della fine di novembre al Senato non approvano nulla: l’eventuale riforma deve prima passare dalla commissione e poi l’Aula sarà impegnata con la legge di stabilità. Ma io digiuno proprio perché la questione elettorale si faccia in fretta. Abbiamo aspettato anche troppo, no?».
E se il 3 dicembre la Consulta boccia il Porcellum?
«Difficile che la Corte Costituzionale intervenga sulle liste bloccate. Al massimo darà indicazioni per ridurre il premio di maggioranza alla Camera. Dunque peggiorando le cose: nessuna scelta dei parlamentari da parte degli elettori, terreno spalancato perché i capipartito facciano alleanze e spartizioni dopo il voto».
Quindi?
«Quindi è sciocco contare sulla Consulta. È la politica che deve fare una buona legge. Del resto lo promette da anni. Io faccio questo sciopero della fame solo per ricordarglielo. Per costringerli a rispettare gli impegni».

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