Trovare "Lo Spirito del '45"
Ovvero di quando la politica era una cosa seria e la sinistra aveva un senso.
Il film/documentario di Ken Loach comincia durante le elezioni inglesi del 1945, che vedevano il Partito Laburista sfidare i conservatori di Winston Churchill, dato vincitore sicuro per la sua popolarità e il carisma che gli derivavano dalla vittoria della guerra.
I Laburisti ottennero una sorprendente, schiacciante vittoria.
Oggi, nell'epoca in cui ogni cosa è comunicazione, quelle elezioni vengono ricordate soprattutto come esempio dell'effetto "under dog" (in italiano, cane bastonato), cioè della simpatia (e da lì, del consenso) che il candidato considerato perdente e tartassato ottiene nell'elettorato. Così si tende a tralasciare la portata storica di quella vittoria, grazie alle quali i Laburisti riuscirono ad attuare tantissime riforme drastiche per migliorare la vita delle persone.
‘‘Lo so che è politicamente scorretto rievocare un tempo in cui si investì nella nazionalizzazione delle banche e delle industrie, in cui si garantì la salute pubblica a tutti i cittadini, in cui si scommise tutto sulla voglia di ciascuno di essere parte di un grande progetto collettivo – dice il regista Ken Loach – ma non è certo per nostalgia che ho filmato queste testimonianze. Ho sempre creduto e credo ancora che il nostro futuro stia nella voglia di dividere il bene comune tra tutti, che il senso dello stare insieme nella stessa nazione sia proprio la partecipazione e che è ora di dire basta alla frenesia dell’egoismo e dell’arricchimento singolo a spese degli altri”.
Nel film si racconta soprattutto dell'istituzione del Servizio Sanitario Nazionale e della nazionalizzazione delle Ferrovie e delle Miniere. Ossia di come improvvisamente diventa normale avere accesso a cure buone e gratuite indipendentemente dal reddito, e non sia più normale morire in casa di parto o di malattie banali; oppure di come la scala dei valori venga invertita, e la vita dei minatori valga di più del profitto delle miniere.
Ma il vero protagonista è appunto "lo spirito", ossia questo senso di riscatto collettivo, di farcela insieme, di migliorare le condizioni di tutti e così la società intera.
Oggi, epoca nella quale "i mercati governano, i tecnici amministrano e i politici vanno in tv" questo sentire comune sembra molto distante. La ricetta sembra essere sempre una, dura ma necessaria. Da qui deriva disaffezione, anti-politica ed egoismo.
Ma se si vuole davvero cambiare la società, estendo i diritti e migliorando la vita delle persone, bisogna rimettere in campo un progetto collettivo, sostenuto da una grande partecipazione popolare. Bisogna ritrovare lo Spirito del '45.
Queste, penso, sono le cose di cui dovremmo parlare al Congresso.
Pietro Virtuani