Italia fuori dalla top 100 delle regioni più competitive d'Europa

La mappa dell'Europa redatta nell'Indice di competitività. 
Il Mezzogiorno italiano è agli ultimi posti.(Fonte ec.europa.eu))

Italia fuori dalla top 100 delle regioni più competitive d'Europa. Il lavoro di analisi svolto dalla Commissione Europea culminato nella redazione dell'Indice di competitività europeo segnala dei cambiamenti all'interno del Vecchio continente.

Prendendo in considerazione la prima edizione dell'indice (2010), i cambiamenti sono da associarsi a una maggiore influenza delle regioni dove si trovano capitali nazionali o grande aree metropolitane.

I primi in classifica sono infatti Utrecht (Olanda), a cui segue la 'Grande Londra' (oltre alla capitale inglese vi rientrano anche Bedfordshire, Hertfordshire, Essex). Al terzo posto ancora il Regno Unito con l'area che comprende le contee di Berkshire-Buckinghamshire-Oxfordshire; fuori dal podio Stoccolma (al quarto posto), Amsterdam (al sesto), Francoforte (al settimo) e Parigi (all'ottavo). Per vedere il tricolore bisogna scendere molto più in basso, al 128esimo posto, occupato dalla Lombardia, che occupava la posizione numero 100 nel 2010.

Nella perdita di competitività della Lombardia - dichiara Gianantonio Girelli (Pd), presidente della Commissione speciale Antimafia del Consiglio regionale - corruzione e infiltrazioni malavitose sono state determinanti. Essere retrocessi al centoventottesimo posto come realtà territoriale per competitività è un fatto particolarmente grave che evidenzia la crisi che stiamo attraversando, ma soprattutto la difficoltà a individuare vie di uscita credibili e praticabili.

La retrocessione della Lombardia nella classifica delle regioni europee - continua Girelli - è insomma in gran parte figlio dello stesso sistema che lo scorso autunno portò alle dimissioni del Consiglio Regionale e che non poteva non aver generato begli ultimi anni ripercussioni anche sul sistema socioeconomico.

Certo, sulla vicenda pesa in parte la politica nazionale e chi ci ha governato negli ultimi anni, prima dei Governi di emergenza, ma non poco incidono comportamenti e responsabilità lombarde. Per smantellare la corruzione, dichiara il presidente dell’Antimafia, occorrono una maggior trasparenza in ogni atto della pubblica amministrazione, un’iniziativa legislativa più incisiva nel contrasto e nella prevenzione, un allontanamento di tutto quel personale politico e tecnico coinvolto a vari livelli in fenomeni malavitosi.

Serve insomma - conclude Girelli -  un cambio di passo con l’obiettivo di voler dare concretezza all’azione politica e trasmettere agli operatori economici e ai possibili investitori l’idea che la Lombardia e, in generale, l’Italia possono e vogliono tornare a essere luoghi di legalità diffusa, di garanzia, di trasparenza e di pari opportunità, di democrazia vera e matura.

DoppiaM

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