Egitto, a che punto siamo


Negli scontri di ieri notte sono morte decine di persone: i Fratelli Musulmani hanno promesso nuove manifestazioni per oggi, il numero due del movimento è stato arrestato.

Leggiamo dal quotidiano on-line Il Post.

Ci sono stati decine di morti e centinaia di feriti durante le manifestazioni di ieri al Cairo e in diverse altre città dell’Egitto, a causa degli scontri tra i manifestanti riuniti per sostenere il presidente deposto Mohamed Morsi e l’esercito. I Fratelli Musulmani, movimento politico-religioso vicino all’ex presidente, aveva invitato i propri sostenitori a manifestare contro il colpo di stato dei militari del 3 luglio. La situazione nel paese sembra ancora molto incerta, due giorni dopo il giuramento di Adli Mansur a nuovo presidente, mentre oggi sono previste nuove manifestazioni di protesta promosse dai Fratelli Musulmani.

Non c’è molta chiarezza sulle cifre che riguardano il numero dei morti e dei feriti: citando diverse fonti tra le autorità egiziane, BBC dice che negli scontri di ieri sono morte 26 persone, tra cui dodici ad Alessandria, e 318 sono state ferite. Per Al Jazeera i morti sono almeno trenta e le persone ferite sarebbero più di mille, considerando che al Cairo ci sono stati diversi scontri e lanci di pietre tra i sostenitori e gli oppositori di Morsi: queste cifre sono quelle che riporta anche ilGuardian.
Nei giorni scorsi l’esercito aveva assicurato a tutti i cittadini che il diritto di manifestare sarebbe stato garantito, a patto che le manifestazioni fossero state pacifiche. Ieri, la maggior parte dei manifestanti del Cairo si sono diretti verso la caserma della Guardia Repubblicana, dove si crede sia detenuto Morsi: i soldati, che hanno eretto barriere formate da sacchi di sabbia per proteggere il complesso, hanno sparato sulla folla. Cinque poliziotti e un soldato sono morti nella penisola del Sinai, a causa di alcuni attacchi di militanti islamici, mentre altre persone sono state uccise nelle città di Assiut, Minya e Qina, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa AFP.
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DoppiaM

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