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Quale democrazia? Una considerazione sulla situazione Egiziana

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Nel nostro post precedente abbiamo avuto modo di aggiornarvi sulla situazione in Egitto, estremamente caotica e priva di una soluzione a breve termine. Ma questa è stata soprattutto la settimana della caduta di Morsi, voluta dall'opposizione ma portata a compimento attraverso un'azione militare che altro non può definirsi che un colpo di stato. Questo ha posto un paradosso piuttosto evidente sul valore che attribuiamo alla democrazia, perché, pur avendo Morsi occorso degli errori nella sua gestione, come l'accentramento dei poteri nelle mani dei Fratelli Musulmani, e le pericolose derive dittatoriali, egli era stato democraticamente eletto. L'azione militare ha di fatto sovvertito la scelta del popolo. La considerazione da fare è quindi sul valore che possiamo attribuire alla democrazia in quanto tale, soprattutto quando questa non è accompagnata da delle consapevolezze più estese nella popolazione votante, perché spesso, quella che viene definita democrazia è un c

Egitto, a che punto siamo

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Negli scontri di ieri notte sono morte decine di persone: i Fratelli Musulmani hanno promesso nuove manifestazioni per oggi, il numero due del movimento è stato arrestato. Leggiamo dal quotidiano on-line Il Post. Ci sono stati decine di morti e centinaia di feriti durante  le manifestazioni di ieri al Cairo  e in diverse altre città dell’Egitto, a causa degli  scontri  tra i manifestanti riuniti per sostenere il presidente deposto Mohamed Morsi e l’esercito. I Fratelli Musulmani, movimento politico-religioso vicino all’ex presidente, aveva invitato i propri sostenitori a manifestare contro  il colpo di stato dei militari  del 3 luglio. La situazione nel paese sembra ancora molto incerta, due giorni dopo il  giuramento di Adli Mansur a nuovo presidente , mentre oggi sono previste nuove manifestazioni di protesta promosse dai Fratelli Musulmani. Non c’è molta chiarezza sulle cifre che riguardano il numero dei morti e dei feriti: citando diverse fonti tra le autorità egizi

È Obama la persona dell’anno

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Time ha scelto Barack Obama  come persona dell’anno nel 2012,  dopo averlo già fatto nel 2008.  Battuti Malala Yousafzai,   la 15enne pachistana che ha sfidato   i taleban, Morsi, Tim Cook (Apple)   e la fisica italiana Fabiola Gianotti Ce lo racconta La Stampa Il fascino dell’imperfezione: molto umana e comune, ma proprio per questo capace di ispirare le persone al sogno di migliorarsi. Forse sta qui la ragione che ha spinto Time a scegliere Barack Obama come persona dell’anno nel 2012, dopo averlo già fatto nel 2008.  « Era facile - ha detto il presidente al settimanale - pensare che il 2008 fosse l’anomalia. Io penso che il 2012 è stato l’indicazione che no, questa non è un’anomalia. Abbiamo passato un periodo molto difficile. Gli americani sono giustamente frustrati per la lentezza del cambiamento, l’economia è ancora debole, e il presidente che abbiamo eletto è imperfetto. Eppure, nonostante tutto ciò, questo è quanto vogliamo essere. Ed è una buona cosa ».