"Noi siamo il Partito Democratico e lo ricostruiremo"



Domani, sabato 11 maggio si riunirà a Roma l’Assemblea nazionale del Partito Democratico presso la Nuova Fiera di Roma, Ingresso Nord, Padiglione 10 (Centro Convegni). I lavori avranno inizio alle ore 10.

Sarà l'assemblea a fissare la data del congresso del partito. Pier Luigi Bersani ha chiesto che l'assise si faccia il prima possibile. "Si è deciso che sabato all'Assemblea si elegge un segretario di garanzia", ha detto Paolo Gentiloni lasciando la riunione del Coordinamento del Pd che ha dato mandato ai vicepresidenti dell'assemblea Marina Sereni e Ivan Scalfarotto, ai capigruppo Luigi Zanda e Roberto Speranza, e al coordinatore dei segretari regionali, Enzo Amendola, di guidare l'assemblea di sabato e cercare, fino ad allora, un nome condiviso per la segreteria del partito.
15 giovani deputati Pd hanno scritto ai militanti di 'OccupyPd', che annunciano proteste alla Fiera di Roma, per chiedere un incontro, venerdì mattina, a Roma, "e parlare insieme, trovare un percorso per rifondare il Partito democratico". I firmatari della lettera sono i parlamentari Giuditta Pini, il segretario dei Giovani Democratici Fausto Raciti, Laura Coccia, Anna Ascani, Chiara Gribaudo, Enzo Lattuca, Liliana Ventricelli, Valentina Paris, Tonino Moscatt, Magda Culotta, Lia Quartapelle, Miriam Cominelli, Veronica Tentori, Giulia Narduolo, Francesca Bonomo.

Roberto Saviano su Repubblica ha scritto una profonda e interessante riflessione sulla difficile fase attraversata dal Partito Democratico e su 
 'OccupyPd' ; ve la proponiamo.

L’assemblea nazionale di sabato rappresenta un momento importante per il Partito Democratico ed il nostro Paese. A quell’appuntamento guardiamo con l'attesa dei tanti che hanno vissuto con scoramento e rabbia questi due mesi. Noi che ci siamo indignati di fronte all’incapacità del gruppo dirigente di definire e rispettare una linea politica, che abbiamo presidiato le sedi e provato a ritrovare, dal basso, un senso di appartenenza a questo PD.

#Occupypd non è un soggetto politico. Così abbiamo chiamato il momento in cui un’intera generazione (e non solo) ha deciso di prendersi cura del partito democratico, di “occuparsi”, appunto, di continuare ad incarnare quell’idea di cambiamento per la quale tanto ci è stato chiesto di fare durante i lunghi mesi di campagna elettorale. Tutto questo succedeva mentre 101 parlamentari uccidevano il nostro padre fondatore.

In quei giorni è andata in scena la schizofrenia e la fragilità del Partito Democratico, che ora ha bisogno di essere rifondato. Ogni momento di discussione e confronto, pertanto, deve essere non solo presieduto ma anche sostenuto, fino al giorno del Congresso nazionale, per impedire che, ancora una volta, tutto cambi, per non cambiare nulla. E noi, nonostante le difficoltà, non faremo un passo indietro.

Venerdì 10 saremo al circolo Woody Allen di Roma, accogliendo l'invito al confronto dei giovani Deputati del PD. Perché è necessario fare fronte comune, costruire un nuovo protagonismo di chi davvero vuole cambiare, sostenendo la ricchezza che rappresentano, in questa fase, le presenze innovative anche dentro il Parlamento. Ai giovani eletti chiediamo di essere il principale strumento di dialogo tra noi e le sedi decisive per il PD, che si aprano alle nostre istanze che sono le istanze della base del Partito Democratico, a partire da un momento di confronto durante l'Assemblea dell'11, anche con i ragazzi che non potranno essere presenti il 10 ma verranno fuori dall’Assemblea a manifestare la voglia di un cambiamento.

Saremo a Roma l’11, all'Assemblea del PD, così come siamo stati nelle nostre Federazioni, per presidiare un momento di confronto non può risolversi in una passerella, ma che deve essere il punto di partenza di un percorso in cui affrontare nodi mai sciolti del nostro partito. Per difendere la necessità di un Congresso aperto, che anteponga la discussione sulle idee e la partecipazione delle persone alle solite cordate dei leader nazionali e locali.

E saremo, infine, a Prato, il 19 maggio per mettere a confronto le nostre diverse esperienze e discutere del futuro del partito democratico, dei suoi valori e della sua identità, e degli scenari futuri per il nostro Paese. Di regole, di Congressi, ma oltre l'autoreferenzialità, consapevoli che la battaglia e la sofferenza stanno là fuori, dove tutti noi viviamo. A partire da chi fino a qui il PD non ha rappresentato abbastanza: gli studenti, i precari, le periferie, la sfera dell'innovazione, della sostenibilità, dei diritti e della cultura.


Noi non siamo una corrente del Pd, né tantomeno accetteremo riserve indiane in cui poter dire ciò che pensiamo, mentre tutto resta com'è. Noi siamo il Partito Democratico e lo ricostruiremo.


DoppiaM



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