La molteplici anime della Brianza ecologista
Domenica scorsa abbiamo festeggiato la Giornata della Terra (l'Earth Day), organizzata dalle Nazioni Unite.
Il 22 aprile del 1970, 20 milioni di cittadini americani, rispondendo ad un appello del senatore democratico Gaylord Nelson, si mobilitarono in una storica manifestazione a difesa del nostro pianeta. Tutti, a prescindere dall'etnia dal sesso, dal reddito, hanno diritto di vivere in un ambiente sano, equilibrato e sostenibile. La Giornata della Terra si basa saldamente su questo principio.
Da movimento universitario, nel tempo, la Giornata della Terra è divenuto un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la fine della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.
Cogliamo l'occasione, con l'aiuto della rivista Vorrei per delineare le varie anime dell'ambientalismo e associazionismo "verde" in Brianza.
Da movimento universitario, nel tempo, la Giornata della Terra è divenuto un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la fine della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.
Cogliamo l'occasione, con l'aiuto della rivista Vorrei per delineare le varie anime dell'ambientalismo e associazionismo "verde" in Brianza.
Leggiamo dal sito vorrei.org
La complessità dell'ideologia ambientale che abbiamo appena accennato si traduce di conseguenza in forme di molteplicità nella proliferazione dei territori. Oltre le grandi sigle nazionali come Legambiente, Wwf, Italia Nostra,Fai, Amici della Terra ecc. sono nate un numero elevato di associazioni locali, in gran parte sorte su aspetti specifici o di emergenza.
Anche in Brianza la ricaduta nel territorio ha generato una esasperata atomizzazione. Il ceppo più caratteristico dell'ambientalismo si è formato principalmente nel seno della Valle del Lambro: già a a partire dagli anni '70 aveva gradualmente preso forma un consistente movimento che aveva favorito la costituzione del Parco Regionale del Lambro. Così sono nate numerose associazioni dislocate lungo il corso del Lambro. Le più famose e longeve sono associazioni poste a nord, nel cuore della Brianza: Le Contrade, il Comitato Bevere, associazione nata in difesa dall'inquinamento di un affluente del Lambro e a Monza il Comitato Parco Antonio Cederna. Una delle ricadute culturali del movimento è stata la stampa di una rivista particolare del territorio, la Rivista Brianze, editrice per molti anni anche di opuscoli e libri di approfondimento tematico ambientale e territoriale.
Ai comitati locali di emergenza ambientale, come lo è stato per esempio il disastro della diossina a Meda, si sono intrecciati gli associazionismi nazionali, portatori peraltro di diverse concettualità, come si diceva prima. Il più diffuso associazionismo è di Legambiente, ramificata e presente in molti comuni. A Monza il circolo locale è nato negli anni'80, prendendo parte a numerose e importanti iniziative, attualmente gestisce tra l'altro una miracolataoasi in pieno centro urbano. Uno dei fondatori, Giorgio Majoli, è anche tra i nostri soci fondatori della Rivista Vorrei.
Ai comitati locali di emergenza ambientale, come lo è stato per esempio il disastro della diossina a Meda, si sono intrecciati gli associazionismi nazionali, portatori peraltro di diverse concettualità, come si diceva prima. Il più diffuso associazionismo è di Legambiente, ramificata e presente in molti comuni. A Monza il circolo locale è nato negli anni'80, prendendo parte a numerose e importanti iniziative, attualmente gestisce tra l'altro una miracolataoasi in pieno centro urbano. Uno dei fondatori, Giorgio Majoli, è anche tra i nostri soci fondatori della Rivista Vorrei.
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DoppiaM