’Ndrangheta al Nord, 110 condanne a rischio per un vizio di forma

Centro comunale Falcone e Borsellino di Paderno
la riunione per eleggere il superboss della Lombardia

Qui vi avevamo raccontato le sentenze del maxi processo
denominato "Infinito" sulla ‘ndrangheta al Nord.

Una sentenza che aveva portato alla condanna di 110 persone.

L’indagine riguardò le infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia e vide al centro del processo l’ormai famoso video del 31 ottobre 2009 ripreso dalle forze dell’ordine, quando nel Centro Comunale Falcone e Borsellino di Paderno si riunì un summit mafioso per eleggere il superboss della Lombardia

Ieri la Cassazione ha annullato senza rinvio, per vizio di forma,
il deposito delle motivazioni della sentenza del processo.

Ce lo racconta il quotidiano La Stampa.

La Cassazione ha annullato in parte la sentenza del processo Infinito che ha condannato 110 affiliati alle cosche lombarde e che ora potrebbero tornare in liberà. L'inchiesta aveva portato alla luce le infiltrazioni e gli affari della mafia calabrese al Nord. Il rischio è che sia necessario un nuovo processo.

Il deposito da parte del gup di Milano Roberto Arnaldi avvenne in due tempi, nel primo deposito mancava la parte relativa al trattamento sanzionatorio.

Ora sarà la Corte d’Appello a valutare gli effetti sul processo di secondo grado. Al momento tutti gli arrestati restano in carcere. Il doppio deposito fu dovuto a un guasto della stampante, che «mangiò» 120 delle 900 pagine del deposito.

Quando pochi giorni dopo, il gup si accorse della mancanza fece un provvedimento di integrazione in cui si dava atto dell’incidente tecnico e in cui venivano aggiunte le pagine mancanti. Un provvedimento definito «abnorme» dalla Cassazione che lo ha annullato per vizio di forma. Nell’udienza di domani i legati degli imputati solleveranno la questione della sentenza `monca´ su cui deciderà la Corte d’Appello.

DoppiaM

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