Bersani: ecco la nostra proposta per l'Imu
Tante le proposte del PD illustrate da Bersani durante la trasmissione Porta a Porta di giovedì sera, per accompagnare il Paese fuori dalla crisi.
Sull'Imu la posizione del Segretario è chiara: "Eliminare l'Imu a chi paga oggi fino a 500 euro, sopra una certa soglia, di 1 milione e mezzo catastale, invece si può caricare di più. In tutti i paesi del mondo - ha ribadito - c'è una tassazione sugli immobili, anche perchè uno può avere come prima casa anche la Reggia di Caserta. E' necessario fare un'operazione redistributiva di questa imposta".
Bersani non intende imporre una "patrimoniale" in senso stretto, ma chiede "misure incisive capaci di fare emergere la ricchezza, perché al momento sono troppo pochi quelli che dichiarano di essere benestanti". Ha precisato che "nel termine patrimoniale spesso si includono le ricchezze. Io ribadisco che per quel che riguarda depositi, azioni il problema è la tracciabilità, siamo in un Paese in cui lo 0,9% dei contribuenti dichiarano più di 100mila euro l'anno. Il nostro progetto - ha aggiunto - è quello della semplificazione dell'andamento delle aliquote con un abbassamento di quella più bassa e una relativa correzione di quella più alta".
Anche il lavoro è stato al centro del dibattito. "Il lavoro stabile deve costare meno e quello precario deve costare di più - ha detto Bersani - mi spiace che Berlusconi non abbia notato che una delle nostre battaglie in Parlamento, ai tempi della legge Fornero, era questa. Quanto agli sgravi per le imprese che assumono un precario, comunque siamo d'accordo. Ma certamente non dobbiamo incoraggiare un precariato ulteriore".
Sull'Art 18 in particolare ha chiarito Bersani "abbiamo trovato un punto di equilibrio: io ho fatto una battaglia perchè si tenesse fermo il principio che un posto di lavoro non può essere solamente monetizzato, per me quello è un punto equilibrio. Spiace - ha aggiunto - che nell'agenda Monti non ci sia una parola sugliesodati. Il meccanismo va reso più flessibile per evitare buchi drammatici, altrimenti rischiamo di lasciare gente che per due e tre anni non sa dove sbattere la testa".
Bersani non intende imporre una "patrimoniale" in senso stretto, ma chiede "misure incisive capaci di fare emergere la ricchezza, perché al momento sono troppo pochi quelli che dichiarano di essere benestanti". Ha precisato che "nel termine patrimoniale spesso si includono le ricchezze. Io ribadisco che per quel che riguarda depositi, azioni il problema è la tracciabilità, siamo in un Paese in cui lo 0,9% dei contribuenti dichiarano più di 100mila euro l'anno. Il nostro progetto - ha aggiunto - è quello della semplificazione dell'andamento delle aliquote con un abbassamento di quella più bassa e una relativa correzione di quella più alta".
Anche il lavoro è stato al centro del dibattito. "Il lavoro stabile deve costare meno e quello precario deve costare di più - ha detto Bersani - mi spiace che Berlusconi non abbia notato che una delle nostre battaglie in Parlamento, ai tempi della legge Fornero, era questa. Quanto agli sgravi per le imprese che assumono un precario, comunque siamo d'accordo. Ma certamente non dobbiamo incoraggiare un precariato ulteriore".
Sull'Art 18 in particolare ha chiarito Bersani "abbiamo trovato un punto di equilibrio: io ho fatto una battaglia perchè si tenesse fermo il principio che un posto di lavoro non può essere solamente monetizzato, per me quello è un punto equilibrio. Spiace - ha aggiunto - che nell'agenda Monti non ci sia una parola sugliesodati. Il meccanismo va reso più flessibile per evitare buchi drammatici, altrimenti rischiamo di lasciare gente che per due e tre anni non sa dove sbattere la testa".
Commentando la candidatura di Monti, il segretario non ha nascosto le proprie perplessità. "Non sono infastidito dalla discesa in campo di Mario Monti, tutti siamo transeunti, nessuno è Mandrake, ma per l'Italia non mi è sembrata l'operazione più felice. Io pensavo che la figura di Monti potesse essere molto utile al paese in una funzione di terzietà
Bersani ha ribadito "l'apertura al dialogo con le forze antipopuliste e moderate, per il bene dell'Italia, anche se saranno gli italiani a decidere i pesi delle varie forze politiche. L'Italia ha problemi tali da avere diritto ad avere qualcuno che ha il 51% del Parlamento e da dover chiedere che chi ha il 51% ragioni come se avesse il 49%". Perchè per uscire dai problemi che abbiamo ci vuole uno sguardo largo, c'è bisogno di saldezza, coesione, apertura mentale".
A chi gli ha sottoposto la denegata ipotesi che il PD non abbia la maggioranza al Senato, ha risposto: "Qualunque dovesse essere il risultato al Senato, la carica di presidente del Consiglio dovrà andare a chi avrà preso più voti". Non mi piace chi vuole azzoppare la vittoria di qualcuno per essere determinanti. Quindi nel caso che non ci sia la maggioranza, c'è un Presidente della Repubblica che guiderà il traffico e quindi parto da li' e avrò responsabilità come l'ho già garantita in passato nell'ultimo anno".
In fine Bersani ha annunciato che comincerà la campagna elettorale la settimana prossima, incontrando dei giovani che voteranno per la prima volta.
DoppiaM