Doha 2012: un vertice deludente


È finita ieri a Doha la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, con pochi passi avanti concreti: gli obiettivi restano quelli, ma le scadenze sono state rinviate

Duro il giudizio del Wwf sul vertice:

«Alcuni paesi sviluppati hanno bloccato i negoziati facendo passi indietro rispetto ai loro impegni precedenti e rifiutandosi di prenderne di nuovi. E la cosa peggiore è che era solo una manciata di paesi, come la Polonia, la Russia, il Canada, gli Usa e il Giappone - ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Clima Energia del WWF Italia che ha seguito i negoziati a Doha - Ciò che ci dice la scienza, e ciò che milioni di persone hanno sperimentato quest'anno, è che lottare contro il cambiamento climatico è ora estremamente urgente. Ogni anno è fondamentale e ogni anno in cui i governi non agiscono fa aumentare i rischi per noi tutti».

Il quotidiano online Il Post dedica un approfondimento alla conferenza sul clima. Vediamo quali sono i termini degli accordi (pochi) presi dalle Nazioni partecipanti:

Dopo due settimane di negoziati, si è conclusa ieri la diciottesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Doha, in Qatar, a cui hanno partecipato 194 paesi del mondo. Si è discusso di molti temi, tra cui il prolungamento delle scadenze del protocollo di Kyoto, i rischi del riscaldamento globale e altri fattori che stanno causando importanti e rischiosi cambiamenti climatici.

Il risultato però sembra essere stato deludente o meglio inconcludente, come scrive l’agenzia di stampa Reuters: la quale apre il suo articolo sulla riunione con parole molto scoraggianti, spiegando come non ci sia stato alcun progresso nella discussione sulla riduzione dei gas serra, né sia stata presa una decisione significativa da parte dei leader dei vari paesi, nell’ennesima riunione finanziata “generosamente” dalle Nazioni Unite. Tra l’altro il Qatar, il paese ospitante, è quello che produce il volume pro capite di gas serra più grande al mondo.

I negoziati erano stati avviati con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra: alla fine, soltanto i paesi dell’Unione Europea e pochi altri hanno detto di essere pronti a fare dei passi in avanti. Insieme formano però soltanto una minoranza del 20 per cento dei paesi del mondo, e bisogna considerare che gli altri paesi molto “inquinanti”, come Stati Uniti, Russia, Giappone, Cina, Brasile, hanno detto invece di essere contrari.

Un accordo però è stato comunque trovato: il protocollo di Kyoto, che è entrato in vigore nel 2005, è stato esteso fino al 2020. La scadenza era prevista per il prossimo 31 dicembre: lo scopo del protocollo è di combattere il surriscaldamento del pianeta, che potrebbe essere causa di nuovi uragani e inondazioni, oltre che dell’aumento del livello del mare.

Il trattato prevede l’obbligo per i paesi industrializzati di ridurre le emissioni di elementi inquinanti (soprattutto gas come anidride carbonica, metano e altri) di almeno il 5 per cento rispetto alle emissioni registrate nel 1990, considerato come anno base. Il protocollo prevedeva che questo limite fosse rispettato per il periodo dal 2008 al 2012. E ora, quindi, è stato esteso fino al 2020.

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