I Comuni, il consumo di suolo e la partecipazione dei cittadini

l'attuale Esselunga di via Lecco a Monza
Su questo blog abbiamo scritto molto di consumo di suolo.
Consumo di suolo come uno dei cardini che costituiscono lo sviluppo sostenibile, ovvero un processo che lega quindi, in un rapporto di interdipendenza, la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali alla dimensione economica, sociale ed istituzionale, al fine di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, evitando di compromettere la capacità delle future di soddisfare i propri.
Sempre più spesso, inoltre  leggiamo articoli di giornale sull'Italia che fatica a crescere in cui i cittadini, non coinvolti nel processo decisionale, si associano per impedire alcune operazioni urbanistiche.

Per semplificare, si potrebbe affermare che spesso si mettono in gioco i valori dell'ambiente e del lavoro, e molto spesso la coperta è corta. Come sanno anche molti amministratori dei Comuni.

Il Comune di Monza, e la nuova giunta di Roberto Scanagatti, in queste settimane, sta affrontando una situazione di questo tipo, con la discussione in atto sul progetto di costruzione di un nuovo punto vendita della grande distribuzione in viale Libertà.

Secondo il Comitato beni comuni di Monza, il centrosinistra sta venendo meno ad uno degli impegni pre-elettorali, quello di salvaguardare le ultime aree libere dal cemento.

Il Pd di Monza, sul suo sito (qui),
rende conto ai cittadini di quello che sta succedendo.

Nelle ultime due settimane si è iniziato a parlare del Piano Integrato d’Intervento Esselunga, senza però approfondire sufficientemente la questione. Le due maggiori preoccupazioni della cittadinanza sono:
- che si vada a costruire su un'area verde (almeno così appare al momento il terreno all’angolo tra Via Stucchi e Viale Libertà verso Concorezzo)
- che si sguarnisca il quartiere di via Lecco di un fondamentale esercizio commerciale.

Entrambe le preoccupazioni si basano su assunzioni parzialmente scorrette.

Iniziamo dalla prima - consumo di suolo zero.
L'area in viale Libertà-Via Stucchi in cui andrebbe a sorgere in nuovo supermercato e 2 Palazzi Uffici , non è verde o agricola, nel senso tecnico del termine in quanto la sua destinazione è infatti “Produttiva” come da PGT vigente (Faglia-Viganò 2007) e dai precedenti piani regolatori. Inoltre l’area non è più di proprietà del Comune bensì di Esselunga stessa che l’ha acquistata nel 2011 dalla precedente amministrazione Mariani alla cifra di 24 milioni di euro. Non è più possibile quindi trasformarla in area agricola, a meno di ricomprarla da Esselunga, operazione impossibile per le casse Comunali in questo periodo di forti tagli. La conversione dell’area da produttiva a commerciale consentirebbe invece una serie di vantaggi per la cittadinanza.

Veniamo ora alla seconda preoccupazione – mantenimento di un supermercato in Via Lecco.

Su via Lecco l'operazione non fa altro che rispettare ciò che è già previsto nella scheda d'ambito del Pgt vigente e cioè trasferimento della struttura commerciale che crea ad oggi notevoli problemi viabilistici, in area più esterna. L'Amministrazione ha richiesto che al piano terra del nuovo edificio che verrà costruito vi sia una medio-piccola struttura di vendita (400-800 mq di superficie), così da accogliere la domanda pervenuta dai cittadini residenti nel quartiere, preoccupati che il trasferimento del supermercato possa lasciare sguarnita la zona.

Il Comune, inoltre, nel tentativo di chiarire ancora di più la vicenda, ha anche organizzato per il fine settimana un appuntamento specifico sulla questione.

L'Amministrazione quindi non si nasconde,
affronta il tema e coinvolge i cittadini.



Abbiamo voluto citare questa situazione di Monza per raccontare come i temi del consumo di suolo, del lavoro e della partecipazione dei cittadini siano questioni che coinvolgono sempre di più le amministrazioni comunali, e che le scelte da fare non sono mai molto semplici, anche per fare in modo che "sviluppo sostenibile" e "consumo di suolo" non rimangano due parole generiche, ma impegni concreti.

Prendiamo lo spunto da questa vicenda infine per porre a tutti una domanda, forse la domanda: di quale sviluppo parliamo?

DoppiaM

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