Sei referendum per il Partito Democratico
Non solo toto-nomi.
Utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per rendere partecipato e trasparente il percorso del Pd verso le prossime elezioni politiche. Lo racconta Repubblica.
Non solo primarie, non solo il toto-nomi e lo scontro generazionale. Ma dar vita una consultazione che dia ai democratici italiani la possibilità di esprimersi anche su temi, proposte, percorsi da intraprendere e rotte possibili per tracciare la proposta politica del Pd.
Parte da qui Sei referendum per il Partito Democratico, l’iniziativa di Prossima Italia, l’associazione di Pippo Civati.
Voce ai militanti. Il principio è mettere da parte tentazioni verticistiche e logiche politiciste. “Perché in una situazione di grave crisi del Paese, crediamo sia utile che il Partito Democratico usi tutti gli strumenti della partecipazione, coinvolgendo la sua base e precisando la sua proposta, oltre che i suoi interpreti”. E il percorso verso i referendum interni passa attraverso una raccolta di firme: in base allo statuto del Pd, per presentare i quesiti bisogna raccogliere le adesioni del 5% degli iscritti, poco più di 30mila firme.
I temi. E i temi messi sul tavolo dall’associazione di Civati vanno dalla riforma fiscale – il Pd deve impegnarsi a calare le tasse sui lavoratori e i ceti produttivi partendo da una riduzione dell’Irpef – al reddito minimo. Poi norme per l’incandidabilità, consumo di suolo e matrimoni gay. Infine, le alleanze.
I sei argomenti messi sul tavolo da Prossimaitalia interessano il profilo culturale, prima che politico, del Partito democratico. Con una innovazione di fondamentale importanza: gli elettori possono stabilire la posizione sulle questioni. Un passaggio di democrazia diretta che rilancia l’immagine dei democrat come reale novità del panorama politica. La mossa, peraltro, anticipa anche il temuto Movimento 5 Stelle, che da mesi preconizza un contatto con i simpatizzanti per decidere la natura delle posizioni. Al momento Grillo è fermo alla fase organizzativa."
E, per finire, il discrimine del berlusconismo:
“Il Pd proponga un patto con le forze progressiste e democratiche del Paese, accogliendo al suo interno il contributo della società civile, a patto che dette forze non abbiano sostenuto i precedenti governi Berlusconi e tutt’ora non siano alleate nel governo delle amministrazioni locali con Pdl, Lega, e altre formazioni di centrodestra che negli ultimi vent’anni hanno contribuito al declino dell’Italia”.
Qui informazioni e materiali sui referendum, qui il sito di Prossima Italia.
DoppiaM