18 parole importanti


«La Banca Centrale Europea è pronta a fare qualsiasi cosa per proteggere l’euro. E credetemi, sarà abbastanza»

Il Post racconta oggi (qui) dell'importanza di queste parole, pronunciate in settimana da Mario Draghi.

In due giorni, tra giovedì e ieri, lo spread, è sceso di cento punti dopo aver quasi raggiunto i livelli massimi storici, quelli a cui si era arrivati nelle ultime settimane del governo Berlusconi.

La ragione di questa significativa inversione di tendenza si trova nelle diciotto parole pronunciate Mario Draghi a Londra, la mattina di giovedì 26 luglio.

Nel corso dei sei giorni precedenti erano arrivate molte brutte notizie per l’economia europea, le peggiori erano dalla Spagna, con due regioni, Catalogna e Valencia, che hanno chiesto aiuti di Stato a causa dei debiti e dei buchi nel bilancio. I guai spagnoli si sono riflettuti subito sull’Italia, il famoso “contagio” e lo spread lunedì era arrivato a 515.

Martedì la situazione è ulteriormente peggiorata e lo spread ha raggiunto 536 punti base. L’agenzia di rating Moody’s ha cambiato le sue prospettive sul rating di Germania, Olanda e Lussemburgo, da stabili a negative. Mercoledì i mercati sono stati più o meno in attesa. Giovedì mattina la dichiarazione di Mario Draghi ha invertito la tendenza.

Investitori e operatori di mercato hanno festeggiato anche se non è chiaro che cosa la Banca centrale europea intenda fare. 

Alcuni sperano che la BCE prenda la decisione di acquistare titoli di stato dei paesi in difficoltà direttamente alle aste governative. Questo significherebbe, in sostanza, stampare denaro per finanziare gli Stati in maniera potenzialmente illimitata. La soluzione non piace né al governo tedesco né alla Banca centrale tedesca. Inoltre violerebbe il mandato, cioè le regole, della Banca Centrale Europea, che quindi dovrebbero essere modificate.

Draghi ha specificato che le azioni saranno intraprese entro i limiti del mandato della BCE. La Banca Centrale Europea, probabilmente, non farà nulla che non abbia già fatto: tornerà a comprare titoli di Stato dei paesi a rischio sul mercato secondario, cioè non direttamente alle aste dei governi, ma una volta che sono stati emessi. L’obiettivo di questa misura è mantenere bassi spread e rendimenti.

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