La dispersione scolastica
"Da 25 anni conosco i ragazzi dispersi e tocco con mano il valore delle statistiche generali: ogni anno di istruzione in più significa meno malattie, meno dipendenza, meno povertà".
Con queste parole Marco Rossi Doria, una vita e una fama da "maestro di strada" nei quartieri poveri di Napoli e ora sottosegretario all'Istruzione, commenta i dati relativi alla dispersione scolastica in Italia.
In Italia un ragazzo su cinque non ha un diploma di media superiore né una qualifica professionale: è "disperso scolastico", secondo l'accezione europea, destinato al fallimento personale.
Il Governo ha deciso di investire su questo tema, destinando da qui a giugno 2014 ben 30 milioni di euro su questo tema.
Il sottosegretario illustra il piano: "Dobbiamo puntellare il ciclo delle elementari: resta la fase migliore della scuola italiana, ma mostra le prime crepe. Se dai 7 ai 9 anni leggi bene e capisci i significati, scrivi in maniera corretta, impari la base del pensiero scientifico-matematico, sei pronto perpassare alle medie e alle superiori senza rischi".
Già, perchè è alle superiori, tra i 14 e i 17 anni, che ci si perde: sono 117 mila i ragazzi di quell'età fuori da qualsiasi percorso formativo.
Da qui l'idea di tenere le scuole aperte tutto il giorno e la creazione di una rete tra la realtà scolastica (presidi, insegnanti, bidelli) e le strutture sociali del territorio circostante (centri sportivi, luoghi di associazionismo, parrocchie).
"È un raddoppio della marcatura sui ragazzi a rischio", come dice il sottosegretario.
Qui per saperne di più.
In questi giorni arriveranno i dati sulle scelte per le iscrizioni al prossimo anno scolastico; sarà interessante continuare il ragionamento fatto qui sopra. Qui intanto i primi dati regionali.
E, anche per stare a Brugherio, questo argomento rilancia il tema dell'arrivo della scuola superiore, della formazione professionale e della valorizzazione della scuola Clerici, senza dimenticare la creazione di una rete, come proponiamo, con altri, da tempo (vedi qui) con la nostra idea del patto educativo territoriale.