Per gli stranieri limite della residenza potrebbe passa da cinque a quindici anni.


"Sulle graduatorie per l'accesso ad alcuni servizi primari come gli asili nido, la scuola e le case popolari, la Lombardia segua l'esempio del Veneto che ha promosso tre proposte di legge finalizzate a concedere la precedenza alle persone che hanno la residenza o lavorano in regione da oltre quindici anni."

Lo propone Davide Boni, presidente del consiglio della Regione Lombardia.


La crisi invita ad alzare ennesimi steccati; se non sei residente in Lombardia per almeno quindici anni, non sei cittadino lombardo. Inoltre c'è l'aggravante di prendersela con i più deboli: i bambini: ""Sulle graduatorie per l'accesso ad alcuni servizi primari come gli asili nido, la scuola...


A proposito di scuola multiculturale, tutto da leggere Vinicio Ongini. autore di “Noi domani” (Laterza) di cui pubblichiamo uno stralcio, di saggi e di libri per bambini e maestro per vent’anni.


Qualità
Perché Torino, che ha tanti “stranieri” nelle sue classi, provenienti da 130 Paesi diversi, ha le scuole migliori d’Italia ? Secondo l’indagine di Tuttoscuola sul sistema di istruzione nazionale, maggio 2011, un’indagine composta da 96 indicatori, Torino è la prima tra le grandi città per la qualità della scuola. E la sua posizione è migliorata, così come quella del Piemonte in generale, rispetto agli esiti dell’indagine sulla qualità della scuola di quattro anni fa. Perché nel Veneto, che ha tanti stranieri nelle sue classi, presenti in modo “diffuso” anche nei piccoli centri, gli alunni ottengono risultati eccellenti nelle prove di italiano e matematica condotte dall’Invalsi, l’Istituto nazionale di valutazione? La presenza degli allievi stranieri non è di per sé un elemento negativo, non abbassa il “livello”, anzi. Lo scrive l’Ufficio scolastico regionale del Veneto in un comunicato del 1 agosto 2011, intitolato “La scuola veneta alla prova. I perché di un risultato d’eccellenza”.




Chiavi di casa
Alcuni di questi ragazzini hanno più rispetto per la scuola. Sono i primi a lavare i banchi quando facciamo laboratorio e, se lo chiediamo, fanno pulizia senza tante storie… A volte li vediamo occuparsi dei fratelli più piccoli, o buttar via la spazzatura, in generale sono più autonomi. Alcuni hanno le chiavi di casa, come noi ai nostri tempi…”. Lo dicono ridendo, “ai nostri tempi!”, alcune maestre delle scuole della Val Maira e della Valle Po, nel cuneese. Una conferma che le famiglie degli immigrati e i loro figli portano nelle nostre classi “idee” diverse di infanzia e di educazione viene anche dalle maestre e dalle “dade” della scuola dell’infanzia “Betti”, del centro di Bologna: “i bambini stranieri, dicono, sembrano un po’ come quelli di una volta… le famiglie gli stanno meno addosso, sembrano più bambini”. Invece le nostre famiglie iperprotettive, “famiglie elicottero”, come le ha definite un gruppo di psichiatri francesi, stanno più addosso. Più addosso, meno addosso, questo è parlar chiaro!, hanno ragione le educatrici di Bologna.

Matematica
Gli studenti asiatici delle nostre scuole sono spesso bravi in matematica e nelle materie scientifiche. “Le aspettative delle famiglie cinesi sulle materie scientifiche e tecniche sono in genere molto alte, racconta un professore di un istituto professionale in provincia di Bologna, fanno gare di calcolo mentale fin da bambini, in famiglia. Un bravo calcolatore è ritenuto una persona intelligente”. Perché non “importare” qualcosa del sistema dell’istruzione cinese? Come hanno fatto 200 licei americani, qualche anno fa. E perché non chiedere un aiuto “in matematica”, in cambio di un aiuto “in italiano”, agli studenti cinesi e indiani che studiano o hanno studiato nelle nostre scuole?

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