Un Po di contraddizioni.


Non siamo soliti a postare lunghi articoli di esponenti del Pd. Solitamente traiamo degli spunti o analizziamo, scomponiamo, approfondiamo il brano facendolo nostro. Questo perché vogliamo dare un valore aggiunto ad ogni post.
Quest’oggi si presenta la classica eccezione alla regola interna che ci siamo dati.
Il post che riportiamo è tratto da uno dei blog più seguiti della rete.

Il consigliere regionale Pippo Civati servendosi anche di un'articolo di Stefano Cappellini sul Riformista analizza ed argomento in maniera molto efficace le cause e conseguenze delle vittorie elettorali della lega nord ovvero l’esegesi di un partito che vince perché non risolve i problemi

“Leggo sulla Padania che Maroni da tempo «ha lanciato l'allarme prevedendo il possibile esodo di stranieri verso le nostre coste». Da settimane, Maroni lancia l'allarme a Maroni. Non si capisce, nemmeno dalla Padania, cosa abbia risposto Maroni a Maroni. Se stiamo a quello che sta succedendo a Lampedusa, il Maroni ministro non ha raccolto l'allarme del Maroni di cui parla il suo giornale.

Il titolo, a scanso di equivoci, è «Emergenza clandestini, il Carroccio vuole mandarli in Africa...». Il tutto a caratteri cubitali. Forse Maroni e i rappresentanti della Lega che governano il Paese da secoli ci faranno caso e faranno quello che i loro omonimi citati nell'articolo dichiarano.

In Lombardia, stessa scena. Formigoni, che governa la Lega fin dai tempi dei camuni, se la prende: «Il no ai profughi? Solo ottiche da cortile». «Dobbiamo fare la nostra parte», rincara. Gli risponde Salvini: «Non possiamo accettare da Formigoni lezioni sull'accoglienza». Si legge da Libero che il presidente del Consiglio regionale, leghista, ha «ripetutamente» invitato Formigoni «a presentarsi in aula per riferire sulla situazione e spiegare il suo sì al governo». Ennesimo caso di scambio di persona: il presidente leghista chiede che Formigoni chiarisca ai leghisti perché ha detto di sì al ministro dell'Interno leghista. Il Pdl risponde: è Maroni «che ha deciso di far arrivare 50mila profughi in Italia e mandarne 10mila in Lombardia». Il presidente del Consiglio leghista spiega che non è stato il ministro dell'Interno leghista, ma il Capo dello Stato (l'unico non leghista) a volere i profughi. Tombola.

Stefano Cappellini sul Riformista spiega che «la Lega lucra sulla sua incapacità». Ha ragione: stiamo cercando di farlo capire da anni, anche attraverso il Po di contraddizioni che travolge il movimento padano. Solo che le cose sono ancora più inquietanti di così. Perché fanno apposta. Cioè, meglio: non sono capaci e fanno anche apposta. Perché non risolvere i problemi, in questi casi, serve per far crescere la paura e il disagio, e aumentare, di conseguenza, i propri voti.

Ci vorrebbe una formula matematica, che tenga insieme questa coppia di equazioni, in un circolo vizioso che si perpetua da anni:
1. Mancata soluzione = Aumento del degrado e della paura.
2. Aumento del degrado e della paura = Crescita del consenso alla Lega.

Tutto è consentito da un banale rovesciamento (anzi, di un vero e proprio ribaltamento): perché la forza di governo finge di essere forza di opposizione. Sono passati sessanta giorni dall'allarme che Maroni ha indirizzato a Maroni.

Conclude Cappellini:
«Alla Lega [...] bisogna dire con forza: volete cacciare gli immigrati? Siete al governo, fatelo e assumetevi la responsabilità di questo crimine umanitario. Non li potete o volete cacciare? Allora lavorate a trovare delle soluzioni che rispettino contemporaneamente la dignità di chi è arrivato qui spinto dal bisogno e di chi, come i cittadini di Lampedusa e Manduria, è già qui, talvolta non meno bisognoso.»


DoppiaM

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