La carica dei partigiani junior

Più che mai rinvigorita.

L'ANPI, l'associazione dei partigiani, fa un bilancio alla vigilia del 25 aprile, dal quale risulta che ha raggiunto 110 mila iscritti, nel 2009.

Un boom mai visto. E dovuto alle nuove leve di "ragazzi partigiani", giovani e perfino giovanissimi che di guerra e Resistenza hanno solo sentito parlare, ma convinti di poter contribuire lo stesso alla causa per cui i partigiani doc lottarono e morirono: la democrazia e la Costituzione.

I partigiani snocciolano i numeri: a controbilanciare il 10% di iscritti, ovviamente in calo, dei partigiani storici, uomini e donne che hanno doppiato da un pezzo gli 80 anni, c'è ormai un altro 10% di juniores fra i 18 e i 30 anni.

Una vera rivoluzione, anagrafica e culturale, resa possibile dal nuovo statuto che dal 2006 ha aperto le porte dell'ANPI a chiunque dichiari e sottoscriva di essere "antifascista".

Ma guai a pensare che la modifica dello statuto sia stata un escamotage anti-età.

"Noi abbiamo combattuto per valori che tutti gli uomini hanno dentro, e che spetta a tutti difendere, in qualunque epoca" sostiene Silvano Sarti, 84enne protagonista della Resistenza fiorentina e presidente dell'Anpi di Firenze.

"Chi si associa all'Anpi" spiega Sarti "semplicemente ama la Costituzione e vuole difenderla. E chi deve scendere per primo in piazza se non dei giovani con le gambe buone?".

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