Che noia!

Il titolo di questo post vuole esprimere un commento rispetto al consiglio comunale di ieri sera.
Non che ci siano stati argomenti noiosi, tutt'altro. La noia è frutto di un'altra valutazione.

Siamo stufi.

Stufi di prepararci su delibere che la Giunta ci presenta per l'approvazione all'ultimo momento; eppure noi ci prepariamo lo stesso, formuliamo osservazioni, chiediamo di capirne di più, avanziamo proposte migliorative.
La risposta? Sempre la stessa, a quasi un anno dalla vittoria del centrodestra: "Cosa volete, avete perso, non avete fatto niente, state zitti!".

Stufi di vedere ogni volta messa in scena una commedia che non fa più ridere: a fronte di nostri interventi, interventi fuori microfono e ad alta voce di alcuni consiglieri di maggioranza, ripresi senza efficacia dai capigruppo o dal presidente del consiglio.

Stufi dei ghigni e dei sorrisi beffardi di assessori che ancora non hanno capito che non fanno più i consiglieri di minoranza, e che ora siedono su banchi dove dovrebbero rappresentare tutta la città, visto il loro ruolo istituzionale.

Stufi di assessori che nella serata di presentazione del bilancio iniziano i loro interventi dicendo "non ho preparato una relazione, vado a braccio", mancando di rispetto all'intero consiglio comunale, cioè all'intera città.

Stufi di non vedere apprezzato il nostro sforzo di stare sempre nel merito delle questioni, di valutare con serenità le proposte che la maggioranza ci formulano. E di ricevere in cambio, anche da assessori che speravamo avessero più sensibilità di altri, insulti e offese.

Bisogna saper perdere, dice un proverbio. A Brugherio invece dovremmo dire: "bisogna anche saper vincere".

Tornano alla mente le parole di Michele Serra, su Repubblica del 16 ottobre 2009:

Molti esponenti della maggioranza si rivolgono agli oppositori (cioè all'Italia sconfitta) con un'animosità e un livore quasi inspiegabili alla luce della schiacciante maggioranza parlamentare, del favore popolare, della supremazia mediatica.
Uno dei grandi misteri di questo Paese è proprio questo: i vincitori parlano con la foga e il rancore di chi è sconfitto. I loro giornali gridano, imprecano, maledicono come se fossero stampati nelle catacombe. I loro intellettuali e i loro giornalisti hanno spazio e potere, incarichi pubblici e soddisfazioni professionali (quasi sempre con merito), ma si esprimono, con poche e lodevoli eccezioni, con i toni frondisti di chi è accampato ai margini della società. Bisognerebbe spiegare alla destra italiana che è da tempo al governo. Non è più necessario assaltare il Palazzo urlando: basta aprire il portone con la chiave.

marco troiano

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