10 proposte per uscire dalla crisi

“Non si va oltre la crisi per decisioni unilaterali, si decide con chi ci sta dentro, con i rappresentati di lavoratori e imprese”.

Con queste parole Enrico Letta ha spiegato, ieri, la scelta del Partito Democratico di riunire le parti sociali nell’incontro “Per andare oltre la crisi: analisi e proposte”.

“La caduta si è arrestata, ma se non viene seguita dal rimbalzo avremo davanti anni in cui il recupero sarà lungo e la capacità di contenere il danno, messa in campo finora da lavoratori e imprese, non sarà più sufficiente”.

Per questa ragione, il PD ha proposto una strategia di lungo periodo, articolata in 10 punti “per incalzare il governo e fa ripartire la crescita. Noi su seria politica di tagli alla spesa pubbblica siamo disposti a sederci a un tavolo".

1. Ricerca e innovazione: “Questo capitolo non si può riassumere in un contributo di tagli. Finora il governo ha tagliato 1 miliardo in tre anni. Si riparte da questo tema con il meccanismo dei crediti di imposta”.

2. Riforma del fisco: “Invece di occuparsi delle divisioni interne chiediamo che Berlusconi e Fini affrontino la riforma del fisco. Sarebbe meglio che pensare a quote di ex An e ex Forza Italia, utili solo a dividersi le quote. Si metta al centro la riduzione di peso per chi produce e lavora, sugli altri particolari possiamo discutere.

3. Ammortizzatori sociali: “Il sistema ha retto nella prima fase. Ma noi dobbiamo organizzarci per il lungo periodo. Se non stiamo come la Grecia è merito di imprenditori e forze sociali, ma il pericolo arriva adesso. Serve una riforma che guardi a chi non ha il contratto a tempo indeterminato”.

4. Mancati pagamenti PA: quella misura autunnale , patto di stabilità, non ha funzionato.

5. Libere professioni. “Non si torni indietro rispetto al processo avviate dall’allora ministro dello Sviluppo economico Bersani. Più libertà di scelta aiuta i consumatori”.

6. Forme contrattuale che aiutino i giovani a trovare lavoro:”Il dualismo fra indeterminato e precariato non è più sostenibile. Lavorare a un contratto per i giovani è una priorità assoluta”.

7. Semplificazioni burocratiche. “C’è stanchezza fra le imprese, ma il più stanco di tutti è il ministro Brunetta che se ne voleva andare a Venezia, ma è costretto a rimanere a lavorare lì dov’è. Anche se finora non si è visto nulla di utile.

8. Denaro per le piccole opere pubbliche: “Come ripetiamo da tempo bisogna sbloccare il patto di stabilità e cantierare immediatamente le piccole opere, in modo da creare posti di lavoro”.

9. Emergenza Mezzogiorno: “ Questo tema è uscito dall’agenda culturale del nostro paese. Usciamo dalla crisi lo solo se le nostre regioni del Sud vengono messe in condizione di reagire come le zone disagiate della media europea. Si parta dalle energie rinnovabili. Il mezzogiorno può essere il Mediterraneo di queste energie.

10. Gas: “Oggi che stiamo per cogliere i vantaggi della convinzione, sempre avuta, che il centro di tutto fosse il gas. Possiamo diventare un paese non solo consumatore ma anche rivenditore, possiamo fare abbassare il costo per le imprese e rivenderlo. È un occasione da non perdere, il frutto di 15 anni di scelte bipartisan importanti”.

“Tifiamo – conclude Letta - per quegli italiani che si rimboccano le mani per uscire dalla crisi e lo facciamo con azioni concrete, nel rispetto e nella consapevolezza del nostro ruolo di opposizione”.

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